Lo sguardo del credente è chiamato ad aprirsi sulla realtà degli ultimi giorni, la fine in cui si avrà la venuta e il giudizio di Dio. Non si deve averne timore ma nemmeno restarne indifferenti; ci volgiamo a questo giorno con fede e speranza, vivendo sempre all’insegna del Vangelo.
La fede di fronte ai giorni della fine.
È ozioso per il credente chiedersi quando sarà la fine del mondo, ed è insensato prestare fede a previsioni avventate. Ai discepoli è chiesto di orientare l’attesa su colui che della storia è il fine e il compimento, Cristo Gesù.
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L’ultimo ampio discorso che Gesù rivolge ai discepoli è sugli eventi che precederanno il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi (parusía); la distruzione del tempio di Gerusalemme, le guerre, le persecuzioni, metteranno a dura prova la fedeltà al Vangelo dei suoi seguaci. L’appello di Gesù è a perseverare nella fede, confidando in Dio che non abbandona i suoi figli (vangelo).
La sorte prospera di cui godono gli empi genera nei giusti un certo risentimento nei confronti del Signore, perché non si sentono tutelati, né assistiti. Ma Dio preannuncia l’imminenza del suo giudizio: gli iniqui periranno, i giusti saranno benedetti (prima lettura).
L’apostolato di Paolo è all’insegna della laboriosità e dell’impegno; pur potendo profittare di una posizione di prestigio come apostolo, non ha accettato emolumenti da parte della comunità e si propone, con i suoi collaboratori, come figura esemplare, soprattutto per chi predilige l’ozio e il disimpegno nell’attesa del ritorno glorioso del Signore (seconda lettura)
Fonte: Servizio della Parola – Prezzo di copertina: Euro 10,00