Lo Spirito di Dio rende nuova la terra. La Pentecoste celebra la terza Persona della Trinità: un dono che è lo stesso Spirito Santo.
Nel vangelo lo Spirito si manifesta come forza escatologica che stabilisce la pace nella comunità e consente ai discepoli di rimettere i peccati: dapprima il dono è l’apparizione del Risorto che offre la pace, poi lo stesso Signore dona lo Spirito Santo, per mezzo del quale coloro che lo riceveranno potranno compiere la missione a loro affidata.
Il terzo evangelista, nel libro degli Atti, narra la discesa dello Spirito Santo che si offre sotto forma di lingue di fuoco, condizione che permette agli uomini presenti di assistere a un evento mai visto fino a quel momento: a tutti coloro che erano nella casa è stato dato il potere di esprimersi per essere compresi da tutti gli astanti. Ciò comunica la prima lettura.
Lo Spirito Santo è il principio ordinatore che regola i doni e i ministeri all’interno della comunità secondo il principio dell’«utilità», che da personale si trasforma in comunitaria.
La seconda lettura comunica come i diversi carismi abbiano un’unica fonte e origine comune: lo Spirito mediante il quale ogni vero cristiano può affermare che «Gesù è Signore».
Lo Spirito rende «utile» chi lo riceve e permette di formare un unico corpo, le cui membra si dissetano a lui stesso, unico e autentico.
Fonte: Servizio della Parola nr. 516/2020