Sequenza per il Corpus Domini โ€“ Italiano e Latino

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La sequenza Lauda Sion Salvatorem รจ una preghiera della tradizione cattolica. In essa, dopo la lode allโ€™Eucaristia, viene espresso il dogma della transustanziazione e spiegata la presenza completa di Cristo in ogni specie.

Lโ€™autore รจ san Tommaso dโ€™Aquino, che la compose attorno al 1264, su richiesta di papa Urbano IV. Nel 1679 la paternitร  dellโ€™Aquinate fu posta in dubbio dai Gesuiti, che generarono unโ€™accesa discussione con i Domenicani, i quali citavano la testimonianza di Tolomeo da Lucca, un contemporaneo di Tommaso.

Viene codificata dalla liturgia come una sequenza, una delle cinque conservatesi dopo la drastica riduzione voluta dal Concilio di Trento, e viene recitata o cantata prima del vangelo nella messa della solennitร  del Corpus Domini. Ne sono state tramandate piรน versioni, unificate solo nel Missale Romanum del 1570.

รˆ ritenuto tra i vertici della poesia religiosa di ogni tempo, per profonditร  dottrinale e sapienza estetica. Alcuni versi richiamano, quanto al contenuto ed alle espressioni utilizzate, lโ€™inno Pange Lingua.

Fonte: Wikipedia

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Testo in Italiano

[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore,
con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi รจ canto che sia degno.

Pane vivo, che dร  vita:
questo รจ tema del tuo canto,
oggetto della lode.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.

Questa รจ la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.

รˆ il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e lโ€™antico รจ giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtร  disperde lโ€™ombra:
luce, non piรน tenebra.

Cristo lascia in sua memoria
ciรฒ che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.

รˆ certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.

รˆ un segno ciรฒ che appare:
nasconde nel mistero
realtร  sublimi.

Mangi carne, bevi sangue:
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
nรฉ separa, nรฉ divide:
intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai รจ consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne รจ la sorte:
vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso รจ lโ€™esito!

Quando spezzi il sacramento,
non temere, ma ricorda:
Cristo รจ tanto in ogni parte,
quanto nellโ€™intero.

รˆ diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla รจ diminuito
della sua persona].

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non devโ€™essere gettato.

Con i simboli รจ annunziato,
in Isacco dato a morte,
nellโ€™agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesรน, pietร  di noi:
nรนtrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo,
nella gioia dei tuoi santi.

Testo in Italiano

[Lauda, Sion Salvatรณrem,
lauda ducem et pastรณrem
in hymnis et cรกnticis.

Quantum potes, tantum aude:
quia maior omni laude,
nec laudรกre sรบfficis.

Laudis thema speciรกlis,
panis vivus et vitรกlis
hรณdie propรณnitur.

Quem in sacrรฆ mensa cenรฆ,
turbรฆ fratrum duodรฉnรฆ
datum non ambรญgitur.

Sit laus plena, sit sonรณra,
sit iucรบnda, sit decรณra
mentis iubilรกtio.

Dies enim solรฉmnis รกgitur,
in qua mensรฆ prima recรณlitur
huius institรบtio.

In hac mensa novi Regis,
novum Pascha novรฆ legis,
Phase vetus tรฉrminat.

Vetustรกtem nรณvitas,
umbram fugat vรฉritas,
noctem lux elรญminat.

Quod in cena Christus gessit,
faciรฉndum hoc exprรฉssit
in sui memรณriam.

Docti sacris institรบtis,
panem, vinum in salรบtis
consecrรกmus hรณstiam.

Dogma datur christiรกnis,
quod in carnem transit panis,
et vinum in sรกnguinem.

Quod non capis, quod non vides,
animรณsa firmat fides,
prรฆter rerum รณrdinem.

Sub divรฉrsis speciรฉbus,
signis tantum, et non rebus,
latent res exรญmiรฆ.

Caro cibus, sanguis potus:
manet tamen Christus totus,
sub utrรกque spรฉcie.

A sumรฉnte non concรญsus,
non confrรกctus, non divรญsus:
รญnteger accรญpitur.

Sumit unus, sumunt mille:
quantum isti, tantum ille:
nec sumptus consรบmitur.

Sumunt boni, sumunt mali:
sorte tamen inรฆquรกli,
vitรฆ vel intรฉritus.

Mors est malis, vita bonis:
vide paris sumptiรณnis
quam sit dispar รฉxitus.

Fracto demum sacramรฉnto,
ne vacรญlles, sed memรฉnto,
tantum esse sub fragmรฉnto,
quantum toto tรฉgitur.

Nulla rei fit scissรบra,
signi tantum fit fractรบra,
qua nec status, nec statรบra
signรกti minรบitur].

Ecce panis angelรณrum,
factus cibus viatรณrum:
vere panis fรญliรณrum,
non mittรฉndus cรกnibus.

In figรบris prรฆsignรกtur,
cum Isaac immolรกtur:
agnus paschรฆ deputรกtur,
datur manna pรกtribus.

Bone Pastor, panis vere,
Iesu, nostri miserรฉre:
tu nos pasce, nos tuรฉre:
tu nos bona fac vidรฉre
in terra vivรฉntium.

Tu, qui cuncta scis et vales:
qui nos pascis hic mortรกles:
tuos ibi commensรกles,
coherรฉdes et sodรกles
fac sanctรณrum cรญvium.

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