L’allegria e la gioia erano la forza della Madonna. È ciò che ha fatto di lei la serva sollecita di Dio, suo figlio, perché non appena è venuto a lei, «è partita in fretta». Solo la gioia poteva darle la forza di partire in fretta per attraversare le colline della Giudea e farsi serva di sua cugina.
Lo stesso vale per noi; come lei, dobbiamo essere le vere serve del Signore e ogni giorno dopo la santa comunione affrettarci al di là delle montagne di difficoltà che incontriamo offrendo con tutto il nostro cuore il nostro servizio ai poveri. Date Gesù ai poveri in qualità di serve del Signore. La gioia è preghiera, la gioia è forza, la gioia è amore, è una rete d’amore con cui potete catturare le anime.
«Dio ama chi dona con gioia» (2Co 9,7) Colui che dona con gioia dona di più. Se nel lavoro incontrate delle difficoltà e le accettate con gioia, con un grande sorriso, in questo come in molte altre cose, si constaterà che le vostre opere sono buone e il Padre ne sarà glorificato. Il modo migliore per mostrare la vostra gratitudine a Dio e agli uomini è quello di accettare tutto con gioia. Un cuore gioioso viene da un cuore ardente d’amore.
Fonte: «Vangelo del Giorno» è un servizio proposto dall’associazione internazionale Evangelizo.
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore