San Macario l’Egiziano – Commento al Vangelo del 6 Novembre 2019

Com’è possibile che, malgrado tanti incoraggiamenti e tante promesse da parte del Signore, rifiutiamo di offrirci a lui totalmente e senza riserva, di rinunciare a ogni cosa e perfino alla nostra vita, secondo il Vangelo (Lc 14, 26), per amare lui solo, e nient’altro insieme con lui?

Considera quanto è stato fatto per noi: quale gloria ci è stata data, quanti interventi ha predisposto il Signore, in vista della salvezza, dai padri e i profeti, quante promesse, quante esortazioni, quanta compassione da parte del nostro Maestro fin dalle origini! Alla fine, egli ha manifestato la sua indicibile benevolenza nei nostri confronti, venendo ad abitare con noi e morendo sulla croce per convertirci e ricondurci alla vita.

E noi, non lasciamo da parte la nostra propria volontà, l’amore del mondo, le nostre predisposizioni e abitudini cattive, mostrando così quanto siamo uomini di poca fede, anzi senza fede alcuna! Eppure, vedi come, malgrado tutto questo, Dio si mostra pieno di una dolce bontà. Ci protegge e ci cura invisibilmente.

Malgrado le nostre colpe, non ci abbandona definitivamente alla malvagità e alle illusioni del mondo; nella sua grande pazienza, ci impedisce di perire e aspetta, da lontano, il momento in cui ci volgeremo verso di lui.

Fonte: «Vangelo del Giorno» è un servizio proposto dall’associazione internazionale Evangelizo.

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Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 25-33


In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:

«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore

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