Guardiamoci dal perdere ogni speranza, ma evitiamo pure di essere troppo superficiali. (…) Lo sconforto impedisce a chi è caduto di rialzarsi e la superficialità fa cadere chi è in piedi. (…)
Se la presunzione ci precipita dall’alto dei cieli, lo sconforto ci precipita nell’abisso infinito del male, quando ci basta un po’ di speranza per sfuggire da esso. (…) E’ così che è stata salvata Ninive. Eppure la sentenza divina pronunciata contro i Niniviti era di natura da sprofondarli nello smarrimento, poiché non diceva: “Se vi pentite sarete salvati”, ma semplicemente: “Ancora tre giorni e Ninive sarà distrutta” (Gio 3,4).
Ma né le minacce del Signore, né le ingiunzioni del profeta, né la severità stessa della sentenza (…) hanno diminuito la loro fiducia. Dio vuole che tiriamo una lezione da questa sentenza portata senza condizione affinché, imparando da questo esempio, resistiamo alo sconforto come alla passività. (…) Inoltre la benevolenza divina non si mostra solo col perdono concesso ai Niniviti pentiti (…): la dilazione accordata mostra pure la sua bontà indicibile.
Si può pensare che tre giorni bastassero per cancellare tanto male? Dietro quelle parole si manifesta la benevolenza di Dio; d’altronde, non è essa stessa l’artefice primo della salvezza di tutta la città? Questo esempio ci preservi da ogni sconforto. Poiché il diavolo considera questa debolezza come la sua arma più efficace e, anche peccando, non potremmo fargli più grande piacere che perdendo la speranza.
Fonte: «Vangelo del Giorno» è un servizio proposto dall’associazione internazionale Evangelizo.
A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.