La livella: per quanto i ricchi possano essere ricchi, per quanto i potenti possano essere potenti, tutti muoiono e lasciano l’eredità ad altri. Il Salmo 49 (48) ricorda questa mssima sapienziale a tutti: ricchi e potenti, così come a poveri e popolani, che non si sentano da meno rispetto ai nobili.
Non bastano né le ricchezze né la sapienza per scongiurare la fine di questa vita, per quanto la si provi ad allungare tecnicamente. Ma forse nessuno vorrebbe vivere per secoli in una casa di riposo o attaccato a un macchinario. La vita ci sembra già abbastanza lunga. Invece vorremmo, questo sì, giornate più lunghe, ai giorni nostri, in cui farci stare tutto. Va allo stesso ritmo l’orologio del povero e quello del ricco.
Ci domandiamo: si può vivere più intensamente?
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Ascoltate, o popoli tutti,
abitanti di tutta la terra,
voi nobili e gente del popolo,
sì, uditemi, ricchi e poveri! […]
Dovrei forse temere i malvagi
se nei giorni infelici mi assediano?
Essi al proprio potere si affidano,
delle loro ricchezze si vantano.
Mai nessuno riscatta se stesso
o può dare a Dio il suo prezzo;
per il molto che paghi una vita
mai che basti a fuggirne la fine:
evitare la fossa, impossibile!
Ognun vede che muoiono i saggi,
che periscono stolti e malvagi,
i lor beni lasciando agli altri.
«Ma chi te cride d’essere, nu ddio?
Ccà dinto, ‘o vvuo capi, ca simmo eguale?
Muorto si’ tu e muorto so’ pur’io;
ognuno comme a ‘na ‘ato é tale e quale».
(Totò)
Fonte: Buttadentro, canale Telegram gestito da Piotr Zygulski
Foto di Joshua Lindsey da Pixabay