Guardando al cielo, il Salmo 19 (18) ne scopre l’armonia: è una lode al Creatore che coinvolge anche il salmista stesso. Laddove egli non ci riesca, viene in soccorso un “altro sole” rispetto a quello che scalda la nostra terra e traduce in calore il messaggio del creato: si tratta della Torah.

Questa è una Parola che attrae, è desiderabile perché è la volontà del Signore che parla proprio a noi, si fa comprensibile al nostro corpo, si traduce per tutte le parti di cui siamo fatti: guida e ristora le nostre membra, irradia la mente, fa risplendere l’occhio e, dopo aver evidenziato i nostri limiti e spianato la strada all’azione di YHWH per renderci nuovamente integri, si posa sulla bocca in canto del salmista.

Tutta perfetta è la Legge di Dio!
È l’altro sole che guida e ristora,

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testimonianza verace di Dio
che di ogni giusto irradia la mente,
luce e splendore all’occhio del santo.

Pura, immutabile, eterna Parola!
Di Dio i detti son tutti fedeli […]

Care ti siano queste parole
che la mia bocca ti canta, Signore:
dei tuoi pensieri risuoni il mio cuore,
mio redentore, mia rupe, Signore.

«Non c’è creato che non torni a lode
del creatore umano e sovrumano
in un lume d’arcano aperto a tutti
ed a nessuno: all’uomo».
(Riccardo Bacchelli)

Fonte: Buttadentro, canale Telegram gestito da Piotr Zygulski

Foto di Joshua Lindsey da Pixabay