Il Salmo 100 (99) è un invito alla consapevolezza (yada) di chi conosce per aver fatto esperienza toccando con mano (yad) e alla gratitudine (yadah) di chi fa uso della mano (yad) per testimoniare, confessare, alzare le mani di fronte al Signore.
Consapevolezza (yada) e gratitudine (yadah) sono termini vicini che possono essere resi in italiano come “ri-conoscenza”: una conoscenza che viene restituita come testimonianza, allargando le braccia, tendendo la mano. Questa riconoscenza per il fatto che YHWH è Elohim – il Signore che fa, agisce e sfama noi che siamo il suo gregge, con eterno amore e fedeltà – si fa in noi acclamazione, gioia, danza, canto.
Venite: come un gregge, in processione sino a varcare le porte del Tempio, dove si compie la lode, il sacrificio di ringraziamento e la benedizione.
Acclamate al Signore da tutta la terra.
Servite al Signore con gioia,
venite davanti a lui tra danze e canti.
Riconoscete che il Signore è Dio,
egli ci ha fatti, perciò noi siamo
suo popolo e gregge di sue pasture.
Venite alle sue porte con inni di grazie,
ai suoi atri con canti di lode,
siategli grati e benedite il suo nome.
Il Signore è buono,
eterno è il suo amore,
di generazione in generazione
la sua fedeltà.
«La tua gratitudine, la tua lode e la tua benedizione dev’essere questa: “Il Signore è buono, eterno è il suo amore”» (Abrāhām ibn ‛Ezrā).
Fonte: Buttadentro, canale Telegram gestito da Piotr ZygulskiFoto di Joshua Lindsey da Pixabay