Il Salmo 116, e in particolare la sua seconda parte che costituisce il 115 nella numerazione greca, è colmo di gratitudine.

Nella prima parte il salmista rammenta il quadruplice pericolo mortale in cui versava, mentre qui si interroga su come possa lui, un uomo, corrispondere il dono della vita a YHWH. Umanamente è impossibile restituirlo, allora innanzitutto si riconosce per sempre e da sempre di YHWH, sin dal seno materno: appartenente al Vivente, e non alla morte.

Inoltre – forse a nome di tutto il popolo ebraico salvato dall’esilio – decide di offrire un sacrificio di ringraziamento (tôdah), con una coppa di vino offerta in onore di YHWH sull’altare del Tempio di Gerusalemme, città alla quale si rivolge con affetto. Il grido a YHWH nella prova mortale diventa allora un grido di giubilo per il liberatore, che coinvolge tutto il popolo perché possa festeggiare con il salmista l’ebbrezza della liberazione.

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Cosa posso offrire al Signore
per i doni che mi ha elargito?
Alzo il calice della salvezza,
il tuo nome invoco, Signore.

In presenza di tutto il popolo
scioglierò i miei voti al Signore. […]
Ti offrirò sacrifici di lode,
griderò il tuo nome, Signore,

In presenza di tutto il popolo.
Scioglierò i miei voti al Signore,
nei tuoi atri, o casa di Dio!
dentro il cuore di Gerusalemme!

«Che cosa gli hai reso? Hai forse salvato Lui come Egli ha salvato te? L’hai introdotto nella vita eterna com’Egli ha introdotto te? Lo hai creato com’Egli ha creato te? L’hai forse fatto Dio com’Egli ti ha fatto uomo? Che cosa gli hai dato in compenso, se non il fatto che tornasse da te? Se rifletti bene alla verità, non hai restituito a Lui, ma hai dato a te stesso. E tuttavia neppure ciò l’hai avuto da te stesso. Che cosa infatti hai senza averlo ricevuto? (1Cor 4,7). Perché non trovi che cosa restituire al Signore? Restituisci te stesso a Lui, restituiscigli ciò che ti ha fatto. Restituisci te stesso, non le tue cose; la sua creatura, non la tua iniquità» (Agostino).

Fonte: Buttadentro, canale Telegram gestito da Piotr Zygulski

Foto di Joshua Lindsey da Pixabay