Seguire Gesù e condividere le giornate con Lui significava per gli apostoli trovarsi in ristrettezze in alcune momenti, perché “il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo” (Mt 8, 20). Tuttavia, questo non vuol dire che si sentivano affaticati od oppressi dalle circostanze, come vediamo nella scena del Vangelo della Messa di oggi.
I compagni di Gesù attraversano alcuni terreni coltivati a frumento, le cui spighe sembrano offrire ai viandanti i suoi grani. Con spontaneità gli apostoli accettano quello che la natura offre loro, e strappano senza troppi complimenti le spighe, calmando forse la fame che potrebbero avere in quel momento. I discepoli non si pongono altri problemi, perché sanno di essere insieme al Maestro e fanno ogni cosa sotto il suo sguardo. È facile immaginare la gioia di Gesù vedendo come i suoi si sentivano liberi e sapevano godere di cose semplici.
I farisei, invece, non si muovono sotto lo sguardo del Signore, ma all’ombra della legge. La legge che essi osservano è semplicemente umana e la applicano senza tener conto delle necessità concrete delle persone. Diventa così un peso opprimente. Per questo Gesù tenta di elevare un po’ lo sguardo dei farisei, pone loro l’esempio della libertà con la quale si muoveva molti anni prima il re Davide e ricorda a tutti che “il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato” (v. 28).
Stare con Cristo induce a muoversi con una profonda libertà interiore. Egli ci fa apprezzare nella sua giusta misura le nostre opinioni e le nostre idee su come dovremmo vivere i vari aspetti della nostra fede. E ci fa notare sempre che le necessità reali degli altri debbono occupare il primo posto.
Rodolfo Valdés
Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangelo
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