Una delle grandi frustrazioni dei genitori è notare la ribellione dei figli. Con buone intenzioni, di solito chiedono loro di compiere lavori o incarichi che, alla fin fine, saranno per il loro bene. Eppure certe volte i figli dicono quel reciso “non ne ho voglia”.
La parabola che oggi il Signore propone nel Vangelo descrive la triste situazione di un figlio ribelle che non vuole lavorare nella proprietà di suo padre. Quali motivi potrebbero esserci dietro quel “non ne ho voglia”? Possono essere la pigrizia, l’orgoglio, l’egocentrismo… In quel “non ne ho voglia” siamo coinvolti tutti quanti noi esseri umani quando ci chiudiamo alla grazia di Dio che ci spinge a uscire da noi stessi.
Comunque la storia di quel figlio non finisce male. Sa rettificare, e senza fare tante storie va a compiere la volontà paterna. Non cerca giustificazioni per aver tergiversato, ma dimostra coi fatti di essere pentito e di avere un certo interesse per le cose di suo padre.
La storia di questo figlio è una immagine della conversione che noi stessi possiamo avere nel tempo di Avvento: sono già passate alcune settimane e forse pensiamo che siamo ancora in tempo per prepararci meglio al Natale. Il Signore ci sta chiamando a lavorare con la gioia di essere suoi figli. Siamo ancora in tempo, possiamo ancora alzarci e andare dove il Signore ci aspetta. Basta un atto di contrizione sincera e chiedergli di aiutarci con la sua grazia.
Così strapperemo un sorriso a Dio nostro Padre.
Rodolfo Valdés
Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangelo
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