Rodolfo Valdés – Commento al Vangelo del 13 Dicembre 2021

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L’ingresso di Gesù a Gerusalemme e il modo in cui si muoveva nel Tempio avevano generato una grande preoccupazione fra quelli che allora erano i capi del popolo d’Israele. Gesù aveva espulso dal Tempio i mercanti, faceva dei miracoli che richiamavano l’attenzione e predicava con forza il Vangelo.

I capi chiedono a Gesù di giustificare il suo comportamento e perciò gli domandano da dove proviene la sua autorità, con quale autorità osa mettere in dubbio il modo in cui essi insegnavano la fede d’Israele.

Si potrebbe avere l’impressione che, con la sua domanda sul battesimo di Giovanni, stia aggirando astutamente una situazione compromessa. Però Gesù non è sfuggito alla domanda, ma indica a quale condizione si poteva comprendere Lui. Riconoscere il battesimo di Giovanni vuol dire riconoscere che era arrivato un tempo di grazia, di purificazione dello sguardo e di apertura all’azione salvifica di Dio. La gente umile era capace di ammettere questa novità e rallegrarsene, mentre i capi del popolo si ostinavano a non vedere.

In Avvento la Chiesa ci invita a riconoscere la presenza del Signore nella nostra vita. Il vangelo di oggi ci circonda che Dio non agisce con violenza, non si impone: per Lui, la sua vittoria sta nel conquistare un poco di quell’amore che liberamente gli possiamo dare.

Quando gli diamo questo amore che non chiede – per esempio, curando meglio la nostra orazione quotidiana –, allora siamo nelle migliori condizioni per comprendere come Egli si fa presente nella nostra vita: la sua pace ci inonda e siamo capaci di condividerla con quelli che ci stanno accanto.

Rodolfo Valdés


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