Robert Cheaib – Commento al Vangelo del 5 Marzo 2020 – Mt 7, 7-12

L’inizio del vangelo di oggi potrebbe suonare come le promesse del genio di Aladino. E, se così fosse, ci chiederemmo presto come mai il Signore non ci esaudisce in tutte le nostre richieste e in tutti i nostri capricci.

Il senso e il correttivo arriva subito dopo attraverso l’analogia paterna e materna. Dio esaudisce come Padre. Con questa specificazione, oltre a dare un orientamento relazionale al rapporto, e oltre a caricare l’analogia dei vari “no-per-amore” che arrivano dai genitori ai figli, ci inserisce in un processo di maturazione.

Un figlio non vive di richieste e di lettere di «cosa voglio» alla mamma, al babbo e a babbo natale…

Un figlio e una figlia entrano in un progetto familiare, una relazione di reciprocità. Da qui forse il verdetto finale che si distacca dalla sequenza precedente e ci parla di una pienezza della Legge che Gesù vive e ci invita a vivere: fare agli altri ciò che vogliamo che venga fatto a noi.


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