Niente migliora le nostre condizioni quanto il sapere che siamo incondizionatamente amati. È questo il fattore che trasforma la vita di Matteo.
È poetico e bello dire che è l’Amor che move il sole e l’altre stelle, ma è reale, sperimentato e infinitamente più meraviglioso il fatto che l’amore muove e commuove i cuori accecati dalla vanità verso l’incontro con Lui, l’unico necessario.
Quest’amore incondizionato che è venuto alla mensa di Levi, ci invita alla mensa della sua follia d’amore nuziale, all’incontro con lui nell’Eucaristia, vero farmaco di vita, testimonianza tangibile e presenza reale dell’Amore incondizionato che attraversa i secoli.
Fonte: il sito di Robert Cheaib
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9, 9-13
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.