Quando punti il dito verso qualcuno, ricordati che ci sono altre tre dita puntate verso di te. Se vuoi giudicare con giustizia, sottoponi anche te stesso a giudizio.
Rincara, però, un po’ la dose, perché, nel fare giustizia, solitamente siamo più indulgenti verso noi stessi e più giustizieri verso gli altri. Ma questa logica di giustizia, prima o poi, rischia di svuotarci, di lapidarci, di ucciderci.
Ecco perché Gesù presenta un modello di giustizia diverso: una giustizia che giustifica, che rende giusti. Non è una giustizia all’acqua di rose che fa finta che non ci sia il male. È la giustizia che bonifica il terreno del cuore e con quel dito che ha scritto cosmos nel caos, scrive un nuovo ordine degli affetti, dello sguardo verso se stessi e verso gli altri.
La giustizia di quel sguardo che vede il «tob», la bellezza e la bontà, originaria e ri-crea un essere umano nuovo capace di una bellezza tanto antica quanto nuova: «Va’ e non peccare più».
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.