«L’egotismo è la vera modestia», diceva John Henry Newman. Con egotismo intendeva tutt’altro che egoismo. È piuttosto quel «attende tibi ipsi» di san Basilio.
Ognuno di noi deve rendere conto di se stesso, della propria interiorità, della coerenza con la propria coscienza. Grazie a questa atrenzione, impariamo a vagliare i nostri compiti, a riconoscere la grandezza di ogni dovere e la sua proporzione rispetto al resto.
Più si approfondisce la tradizione dei santi, più si scopre che riformando se stessi si contribuisce a riformare la Chiesa e il mondo. Più si permette a Cristo di entrare nella propria tomba, più si propaga nel mondo la rivoluzione del Risorto.
Fonte: il sito di Robert Cheaib
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23, 23-26
In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Parola del Signore