Nei cammini più improbabili, nei sentimenti più contrastanti, Cristo di fa presente. Non sempre in modo direttamente decifrabile.
A volte sa di strano e di estraneo. A volte proferisce parole e suggestioni che irritano, perché sembrano cose dell’altro mondo. E, capitando nel momento no, forse siamo ancora meno disposti all’ascolto e alle sfide che ci lancia.
Ma se riconosciamo la nostra notte e lo invitiamo dentro. Se esercitiamo questo gesto di generosità verso di lui, anzi, verso noi stessi, gustiamo ancora una volta le primizie della risurrezione. Il cuore che arde, che batte di nuovo una marcia che guarda in avanti. I piedi che si mettono in moto, non per fuggire, ma per andare.
Incontro. E si scopre che c’è un esercito di persone che sono state sorprese dal risorto nelle loro tombe: «Il Signore è risorto».
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.