Dio, per così dire, non vede le cose, ma vede solo le persone. Quando si danno solo le cose, il dono è invisibile.
Il cuore donato nelle cose, le rende visibili e comprensibili a Dio. Naturalmente, questo linguaggio figurato è per dire che nel donarci in modo gradito a Dio, dobbiamo donarci come Dio si dona. Dio dona se stesso in ogni suo dono.
Allora non è questione di competizione, ma di completezza di dono. Ognuno di noi si metta nelle mani del Signore e dica: eccomi Signore, io do a te tutto quello che ho.
Ti do le mie due monetine: il mio pentimento per non amarti abbastanza e il mio desiderio di amarti con tutto il cuore.
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21, 1-4
In quel tempo, Gesù alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Parola del Signore