Tra le numerose sollecitazioni presenti nel vangelo di oggi, ha soffermato la mia attenzione la connessione che appare tra paralisi e peccato. Chiariamo: non nel senso che il male fisico sia punizione causata direttamente dal male spirituale.
Già il vangelo di due giorni fa ci mostrava che per Gesù il male fisico non è direttamente collegabile a un peccato personale. In che senso allora collego paralisi e peccato? I padri del deserto consideravano i peccati non semplicmente su una scaletta di norme da osservare, ma come malattie dell’anima.
I vizi inibiscono la creatività della grazia. Rendono la persona Impermeabile alla bellezza di Dio, incapace di vivere la vera sequela di Cristo, seguendo il quale si diventa veramente umani. C’è una via per guarire da questa paralisi? Sì! E non dobbiamo metterci in fila, non dobbiamo aspettare il giorno fortunato. Perché il Signore ci viene incontro con la sovrabbondanza della sua grazia. Oggi.
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.