Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il libretto “Parola e Preghiera“.
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il modo in cui Marco riporta le prime parole di Gesù è altamente significativo.
Il discorso di Gesù non si apre con l’iniziativa dell’uomo – «convertitevi» –, ma con l’iniziativa di Dio: «Il regno di Dio è vicino». Sembrano sfumature marginali, ma non lo sono affatto. La nostra conversione non è un’iniziativa, ma una risposta.
Vedendo la prossimità di Dio, il suo amore folle, il suo profondo desiderio di venirci incontro e di donarci la vera vita, siamo mossi e commossi a un cambiamento radicale nella nostra vita. La conversione non è tanto una scelta fatta di sana pianta, quanto una risposta a un dono, al Dono: Gesù Cristo.
Gesù parla anche di «tempo compiuto», e l’evangelista utilizza per due volte l’avverbio “subito” per parlare sia dell’urgenza della chiamata di Gesù, sia della non esitazione dei discepoli nella risposta alla sua chiamata. Quando Dio, l’Eterno, entra nel tempo, quando entra nella vita di una persona, le scelte non possono più essere procrastinate e rimandate.
Se vogliamo incontrare l’Eterno nella nostra vita, dobbiamo cercarlo nelle sembianze del presente, nelle scelte che siamo chiamati a fare ora, nei volti che incontriamo oggi.