Io avrei considerato Natanaele un uomo pieno di pregiudizi che fa di tutta l’erba un fascio. Gesù ha visto in lui l’autenticità.
La positività dello sguardo di Cristo ha creato la circostanza favorevole per il dialogo con quell’uomo e l’inizio del discepolato. Gesù guarda anche me e te “sotto l’albero” , ci guarda cioè nelle nostre faccende e nelle nostre ricerche, siano esse di felicità, di senso, di sicurezza, ecc.
Lì, proprio, lì, vede il bello che è in noi, magari una bellezza che nemmeno noi riusciamo a vedere. L’inizio del discepolato è fare spazio a questo sguardo, tuffarsi nello sguardo innamorato di Cristo, che è una scala che ci eleva dal nostro terriccio verso il suo cielo.
Fonte: il sito di Robert Cheaib
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.
Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1, 45-51
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore