Il vangelo di oggi mi ha fatto pensare a questi due versetti della prima lettera di Pietro: «Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi».
Egli ha cura di noi. E la sua cura non si limita al provvedere spirituale, ma va verso il concreto. Così manifesta che la sua ttenzione non è rivolta ai numeri per autogloriarsi, ma alle persone, per autodonarsi.
Colui che ci ha insegnato che amare è donare, che amare è donarsi, sia il nostro cibo, non quello che trasformiamo in noi stessi, ma il Cibo di eternità che ci trasforma in sé.
Fonte: il sito di Robert Cheaib
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.