La religione rischia di essere una fuga dal mondo, una fuga dalla relazione, una fuga dall’incontro, una scusa per non amare.
Gesù conosce bene questo pericolo. Per questo declina l’amore di Dio con una concretizzazione e una verifica immediata e tangibile di questo amore.
Amare Dio passa per l’amore del prossimo, e viceversa. Non puoi dire a Dio: “ti amo di un amore eterno” , se non ami nel tempo, se non ami oggi, e se non ami chi ti sta accanto, il prossimo.
E non ami veramente il prossimo se non lo ami nell’ottica di Dio. Perché dentro di lui c’è un anelito che solo Dio può colmare… Amarlo meno che “da Dio” è per Dio, è privarlo di qualcosa e impoverirlo…
Fonte: il sito di Robert Cheaib
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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Amerai il Signore Dio tuo, e il tuo prossimo come te stesso.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 22, 34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Parola del Signore