Nella logica delle relazioni umane, sei apprezzato e amato nella misura in cui lo meriti. Senza questa logica, di selezione naturale direi, è difficile immaginare che le società funzionino.
Anzi, a volte gli affari sociali non funzionano, proprio perché sono promosse, per raccomandazioni ed escamotage scorretti, le persone che non meritano. Non così è nella vita dello Spirito. Il nostro valore non viene dal merito, ma dalla gratuità dell’amore riversato su di noi.
Valiamo perché Qualcuno, senza alcun merito nostro, ci ha guardato con amore e ci ha chiamato. Non siamo più nel dominio della selezione naturale, ma dell’elezione soprannaturale. È il Suo amore che dà valore alle nostre vite…
Ed è constatabile che le persone che si accorgono di quest’amore, non di rado vengono spinte a vivere all’altezza dello Sguardo posato su di loro.
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9, 9-13
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.