La difficoltà degli interlocutori di Gesù nell’accettare il fatto che lui doni il suo corpo da mangiare e il suo sangue da bere non è estranea ai nostri tempi. Quante volte noi e/o le persone con cui ci confrontiamo esprimiamo la difficoltà di accettare una tale follia che rasenta la stoltezza! Dio che si fa pane! Oserei dire che forse questa difficoltà è sintomatica di una disattenzione previa.
Una distrazione che cela ai nostri occhi altri miracoli. Il primo tra questi è il miracolo dell’essere e di esserci. Non è scontato che ci sia qualcosa. Tanto meno è scontato che io ci sia. Questa meraviglia dinanzi all’essere la coglievano già i filosofi antichi e la può cogliere ogni persona di buona volontà. Per il credente, il nome di questa meraviglia diventa «creazione». Il dono, non dovuto, del Signore che crea…
E che ricrea con l’incarnazione e il mistero pasquale… Sono grandi meraviglie, ma il fatto di averle sempre a disposizione ci rende un po’ ciechi e distratti… Apriamo il cuore all’opera del Padre che ci dona la vista meravigliata dei figli… Perché «nessuno può venire a Gesù, se non gli è concesso dal Padre».
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.