Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il libretto “Parola e Preghiera“.
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
«Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Cosa dice questo Vangelo a noi che – strettamente parlando – non abbiamo il precetto del sabato? È forse un invito al relativismo morale, a ritagliare la moralità come un vestito a misura del nostro bisogno o, peggio, dell’umore del momento?
Naturalmente no. Gesù stesso dice che non è venuto ad abolire la Legge e i Profeti, ma a dare compimento. Allora l’opera di Gesù è quella di un ripristino e di un perfezionamento, non di una arbitraria abolizione. Il sabato è il precetto della comunione con Dio, di riservare alla relazione con lui un tempo preciso, perché la bufala del “io prego sempre e in ogni cosa che faccio” tutti sappiamo che non regge se non c’è un tempo preciso dedicato alla preghiera. Data questa natura del sabato, le fissazioni dei farisei risultano fuoristrada e fuorvianti.
Gesù ci ricorda chi devono essere i protagonisti del sabato: Dio e l’uomo.