Mi è capitata di recente sott’occhio questa frase: «Se vuoi rendere tutti contenti, non essere un leader, vendi gelato».
Possiamo dire che essa potrebbe costituire una parafrasi diluita del detto popolare che Gesù cita: «Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!». Né Giovanni il Battista è piaciuto al popolo né Gesù.
Ognuno aveva comunque da ridire sullo stile dell’uno e dell’altro. Ciò che Gesù dice ci invita alla contemplazione, a vedere come Dio si compromette nella storia, come esprime un carattere, delle scelte, delle opinioni…
Accetta di essere opinabile! Nel senso che le persone possono approvare o disapprovare delle sue iniziative. E il mondo resta quello spazio dove ognuno può rimanere cieco nei propri pregiudizi o può vedere nella misura in cui il suo cuore è aperto e pronto alla sorpresa di Dio.
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 7, 31-35
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Parola del Signore