«Allora ritornò in sé». È il punto di svolta della parabola del figliol prodigo. È lì che la strada dell’uomo incrocia la strada di Dio.
È lì che ci attende il Signore, perché se non apriamo a lui il nostro cuore, il suo abbraccio aperto sempre sulla croce non troverà un interlocutore.
In questo tempo in cui la vita ci costringe a stare nelle nostre case, che questa permanenza casalinga non sia vissuta come una reclusione, ma come una clausura dove il cuore si scopre monastico, teso verso l’unificazione e verso l’unione con l’Uno. E che il ritorno in noi non sia un ritorno vuoto a noi stessi, ma che sia, come per questo figlio minore, l’inizio del ritorno al Padre.