Robert Cheaib – Commento al Vangelo del 12 Dicembre 2019

«… Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono». È oscuro il versetto appena citato e si fa fatica a capirne il significato. Si tratta delle violenze che il regno subisce su questa terra? O di qualcosa di diverso?

Tra le interpretazioni suggestive, abbiamo quella di San Gregorio che connette giustamente il versetto citato alle parole che precedono . E alla luce di queste parole, coglie un senso del versetto. Gregorio ci ricorda che Giovanni predica la conversione perché il regno di Dio è vicino. E la conversione è una specie di violenza. È cambiare rotta.

È non assecondare gli impulsi della natura tout court, ma aprirsi alla chiamata profonda che sentiamo nel nostro essere e che ci chiama a elevare il cuore, l’anima e la volontà al Signore. «Grande è la violenza che, noi che siamo nati sulla terra, dobbiamo cercare una dimora in cielo».

Ma ci danno speranza le parole di Gesù: se il più piccolo del regno è più grande di Giovanni, allora la nostra povertà non è un catenaccio, ma un canale per accedere all’incontro con il Signore.

Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram

Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11, 11-15   In quel tempo, Gesù disse alle folle:   «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.   Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore

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