Il cammino sinodale ci ricorda sรฌ, che siamo in cammino, ma che partiamo ognuno da una posizione particolare. Anzi,  particolarissima.  Come esseri umani siamo degli esseri โ€œsituatiโ€, collocati in uno spazio e un tempo particolari. Siamo frutto originale della nostra cultura, lโ€™humus in cui siamo nati e cresciuti, e ci ha educato a uno sguardo particolare sul mondo. E non solo. Ma anche su realtร  come la vita, lโ€™amore, la morte, il tempo, lโ€™educazioneโ€ฆ

Siamo, infatti, degli essere concreti, incarnati in un mondo particolare. Con un modo particolare di vivere lโ€™umanitร . Anche se spesso pretese universali o totalizzanti cercano di sedurci e di imprigionarci. Unโ€™inconscia volontร  di onnipotenza sempre in agguato. Cosรฌ, con i piedi per terra e uno sguardo particolare, โ€“ il nostro punto di vista โ€“ affrontiamo lโ€™esistenza, nella complessitร  degli sguardi incrociati degli altri. Per questo il cammino sinodale si rivela prezioso, fecondo. Mette insieme i piรน differenti punti di vista.

Lโ€™esperimento di una Universitร  americana si rivela a questo proposito interessante. Su in lungo tavolo vengono posti due bambini, uno a un capo e uno ad un altro, separando il loro sguardo da uno schermo. Di fronte al primo viene posta una bambola, davanti allโ€™altro una mela. Si domanda al primo cosa vede. โ€œUna bambolaโ€ la risposta sicura. E lโ€™altro, che cosa vede? si domanda allo stesso bambino. โ€œUna bambolaโ€. Stessa cosa per lโ€™altro, e alla doppia domanda risponderร  sempre โ€œuna melaโ€. Pare, infatti, che attorno ai due anni quello che si vede si creda vedano pure gli altri. Ora, diventando adulti si resta a volteโ€ฆ a quella fase infantile. E non solo si pensa, ma si pretende che gli altri vedano le stesse cose, allo stesso modo. Dimenticando che ogni essere ha un suo punto di vista specifico.

Ricordo la parabola di un vecchio professore. Una cittร  si osserva da tre punti di vista essenziali: da dentro, da fuori, dallโ€™alto. Essi sono tutti ugualmente importanti. Non ci si dovrร  ridurre, pertanto, a un unico sguardo anche se allโ€™interno stesso delle cose o nel cuore della situazione. Altri punti di osservazione si rivelano interessanti, stimolanti. Anzi complementari. Lโ€™alteritร  di un altro sguardo farร  crescere il vostro in sintesi, in complessitร  e in apertura di orizzonte.

In questo modo si impara a declinare una splendida, difficile veritร : โ€œla tua differenza รจ la mia ricchezzaโ€. E ciรฒ sarร  come la forza di un atomo, lโ€™energia che sconvolgerร  ogni sistema, ogni chiusura e ogni sicurezza identitaria. Siamo, infatti, abituati a ripetere dentro di noi: la tua differenza mi fa paura e, in fondo, non la tollero!

Sรฌ, perchรจ perfino uno sguardo da fuori si rivela interessante. A volte, infatti, esso legge meglio la situazione di chi la vive dal di dentro, trovandosi come immerso, imprigionato. In fondo, ogni realtร  puรฒ essere vista da questi tre punti. Da dentro per capirne la struttura, da fuori per vederne la sua grandezza o meno,  da sopra per scoprirne il senso. Come per una cittร , il punto di vista dallโ€™alto ne scopre il perchรจ, il suo senso: sorta su un monte per la sua difesa, in un anfratto, su una costa, su uno sperone di roccia o lungo la riva di un fiume per la sua mobilitร . Comporre questi sguardi diversi sa sempre di miracolo. Esattamente come saper accogliere il punto di vista differente di altre persone.

E questo avvenne proprio sul cammino di Emmaus. Due discepoli in fuga incontravano sul loro cammino un altro sguardo sugli ultimi avvenimenti. Quello di uno straniero. Lโ€™ inclusione di esso cambiรฒ il loro stesso passo: da passo di morte e di nostalgia in un passo di danza. La parola si fece di fuoco. Il cuore si incendiรฒ. Lโ€™ascolto curioso ed entusiasta. E si misero a correre, invertendo la direzione, verso Gerusalemme, verso la comunitร . In piena notte: nessun pericolo ormai li avrebbe fermati. Ed era la forza travolgente dello sguardo di uno straniero. Un vero soprassalto di vita. Un autentico cammino sinodale. Da allora, ogni straniero accolto prenderร  il nome di Cristo.

P. Renato Zilio โ€“ oltrefrontiere@gmail.com
Missionario scalabriniano in Marocco
Autore: โ€œDio attende alla frontieraโ€ โ€“ EMI 36.ma ediz. โ€“ (Prefazione del Cardinale Cristรณbal di Rabat)

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