Ma io vi dico: Elìa è già venuto
Aspettando Godot è un’opera di Samuel Beckett all’interno della quale incontriamo quattro personaggi, Vladimiro, Estragone, Pozzo e Lucky, assolutamente immobili, tutti in attesa di un certo signor Godot che non arriva mai.
Non c’è un vero sviluppo in questa vicenda al limite dell’assurdo e buona parte dei dialoghi sembra portare al nonsenso dell’esistenza.
Tra gli elementi curiosi di questa narrazione scenica c’è l’insignificanza del linguaggio.
Vladimiro ed Estragone, in chiusura di entrambi gli atti si scambiano a voce un desiderio di movimento:
«Allora andiamo?»
«Andiamo!»
Ma la nota di scena precisa: non si muovono.
Dire e non fare, bloccare il transito dalla motivazione all’azione, rivela l’immobilità di chi ha bisogno di cambiamento ma non ha il coraggio di iniziarlo.
È comodo trascorrere il tempo ad attendere una trasformazione ad opera di altri quando è evidente che il movimento debba partire dall’interno.
Elia è già venuto.
Inutile attendere qualcuno che abbiamo già incontrato, ma non abbiamo saputo riconoscere.
Fonte – Un attimo di Pace
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 17, 10-13
Dal Vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.