Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero
Un’ipotesi suggestiva fa derivare il nome degli italiani da Italói, un lemma con il quale gli antichi Greci indicavano i Vituli, un popolo che occupava la parte meridionale della Calabria e che adorava l’immagine di un vitello, una prassi che riecheggia vicende bibliche.
A supporto di questa teoria ci sono le tracce conservate in molti toponimi di quella zona: Taurianova, Gioia Tauro, Bova, Bovalino.
Seguendo questi presupposti la nostra Penisola sarebbe, per estensione, la terra dei vitelli, regolata dalle stesse norme della vita rurale fissate nella tela, secoli dopo, da Giovanni Fattori.
Nei suoi dipinti gli animali appaiono sofferenti, soggiogati dal lavoro imposto dall’uomo in un rapporto che condiziona il cibo allo sforzo estremo.
Il Vangelo sovverte questa equazione, indicando nella misericordia, nell’accoglienza incondizionata, nel perdono i pesi leggeri che, talvolta, è persino difficile accettare a causa del cuore chiuso.
A ben guardare l’avversione contro chi oggi mostra il volto misericordioso di Dio, vien da dire che il peso leggero a qualcuno fa paura. Più dell’inferno.
Fonte – Un attimo di Pace
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 11, 28-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.