La Quaresima decorre dal mercoledì delle Ceneri fino alla Messa nella Cena del Signore esclusa. Le sue origini non sono molto chiare. Le diverse tradizioni ecclesiali d’Oriente e d’Occidente presentano una interpretazione e comprensione diversificata di essa. Le costanti e le varianti rituali e teologiche espresse dalle loro attestazioni denotano universalmente la Quaresima come tempo di digiuno e di preparazione al Triduo Pasquale.
In Egitto, alla fine del III sec., si praticava un digiuno di quaranta giorni che iniziava dopo il 6 gennaio ed era memoria del digiuno di Gesù dopo il suo battesimo; tale digiuno divenne preparazione alla Pasqua. Il canone 5 del concilio di Nicea attesta come prassi consolidata la Quaresima che precede e prepara alla Pasqua. A Roma, la forte valenza simbolica del numero 40 legato agli eventi storico- salvifici fece in modo che tra il 354 e il 384 si passasse da un iniziale periodo penitenziale di tre settimane ai quaranta giorni. Girolamo è il primo testimone del tempo quaresimale caratterizzato dal digiuno e con indole penitenziale (Lettere 22,35; 24,4). I caratteri ascetici e morali, il digiuno e l’esercizio delle virtù sono le costanti dei sermoni quaresimali di Leone Magno.
L’antica Quaresima romana si caratterizzava per le celebrazioni stazionali che si tenevano il mercoledì e il venerdì; successivamente, tra il pontificato di Leone Magno (440-461) e di Gregorio II (715- 731) tali celebrazioni furono estese a tutta la Quaresima. Con la presidenza del vescovo, il popolo si riuniva in una chiesa (collecta) e in processione giungeva in quella della celebrazione eucaristica (statio). La Quaresima era il tempo proprio per la preparazione immediata dei catecumeni che nella Veglia Pasquale avrebbero ricevuto i sacramenti dell’iniziazione, come attestato dal sacramentario Gelasiano Vetus. Inoltre, durante la Quaresima i penitenti pubblici compivano il loro percorso di purificazione e al termine del tempo penitenziale, il giovedì santo mattina, erano riconciliati dal vescovo e riammessi
nella comunione ecclesiale. Tutta la comunità era coinvolta in questi percorsi catecumenali e penitenziali.
Alla fine del I millennio, l’indebolimento del catecumenato e la scomparsa della penitenza pubblica affermarono la dimensione ascetico-penitenziale individuale su quella battesimale e comunitaria, si istituì un periodo di pre-Quaresima, si enfatizzarono ulteriori elementi e ritualità penitenziali. Il Vaticano II ha ripristinato la genuina natura battesimale e penitenziale comunitaria nella prospettiva pasquale. Il Caeremoniale episcoporum n. 249 presenta con una incisiva sintesi la genuina fisionomia della Quaresima restituita dalla riforma liturgica: «L’annuale cammino di penitenza della Quaresima è il tempo di grazia, durante il quale si sale al monte santo della Pasqua. Infatti la Quaresima, per la sua duplice caratteristica, riunisce insieme catecumeni e fedeli nella celebrazione del Mistero Pasquale. I catecumeni sia attraverso l’”elezione” e gli “scrutini” che per mezzo della catechesi vengono ammessi ai sacramenti dell’iniziazione cristiana; i fedeli invece attraverso l’ascolto più frequente della parola di Dio e una più intensa orazione vengono preparati con la penitenza a rinnovare le promesse del battesimo».
C’è un’intima relazione tra il digiuno, la preghiera, l’elemosina e la ritualità sobria ed essenziale con cui la comunità celebra la Quaresima nel tempo e nello spazio liturgici ed esistenziali. Il tempo quaresimale antepone le domeniche proprie anche alle feste del Signore e a tutte le solennità, come pure le ferie quaresimali hanno la precedenza sulle memorie obbligatorie. Nello spazio liturgico non sono ammessi i fiori sull’altare e ogni altro elemento o ornamento festivo. Il suono degli strumenti è permesso soltanto per sostenere i canti; si omette l’Alleluia in tutte le celebrazioni dall’inizio della Quaresima fino alla Veglia Pasquale; nelle domeniche non si canta l’inno Gloria a Dio nell’alto dei cieli e nella liturgia oraria si omette l’inno Te Deum; i canti per le celebrazioni e per i pii esercizi siano adatti all’indole quaresimale e rispondenti il più possibile ai testi liturgici. Tale ritualità crea ed esprime la tensione pasquale verso cui
tende il cammino quaresimale della Chiesa, in questo modo recupera gradualmente anche la dimensione autentica della vera festa, che è la Pasqua di Cristo. Oltre le celebrazioni dell’itinerario catecumenale proprie per il tempo della purificazione e dell’illuminazione (cf. Rito per l’iniziazione cristiana degli adulti, 21-25; 133-192) unitamente al percorso proposto dal Lezionario e dall’eucologia, la Chiesa propone anche le stazioni quaresimali (cf. Messale Romano, p. 68,1), le liturgie e le celebrazioni penitenziali (cf. Rito della penitenza, 22-30.48-59; 36- 37; Appendice II, 1-19). In tal modo la doppia indole battesimale e penitenziale costituisce una esperienza integrata e integrale.
La fede popolare quasi naturalmente scandisce il tempo quaresimale proponendo esperienze, tempi e spazi che mettono al centro la meditazione, la drammatizzazione e la contemplazione della passione di Gesù, la venerazione verso Cristo crocifisso, la Via crucis, la Via Matris (cf. Direttorio su pietà popolare e liturgia, nn. 124-137). La cura di queste forme popolari sempre più alimentate dall’ascolto della parola di Dio, da catechesi semplici e coinvolgenti, armonizzate coi ritmi del tempo liturgico, conducono più facilmente i fedeli alla celebrazione del Mistero Pasquale. Uno sforzo maggiore va fatto per proporre anche esperienze “popolari” che recuperino la dimensione battesimale della Quaresima, come per es. catechesi sul Simbolo apostolico attraverso opere d’arte, spesso custodite negli oratori delle confraternite.
IL LEZIONARIO DELLA QUARESIMA
L’itinerario sacramentale-battesimale è il tema unificante del Lezionario festivo secondo il ciclo A, che ripropone le pericopi evangeliche proprie dell’antico lezionario romano. Di Domenica in Domenica, la liturgia della Parola scandisce le tappe di questo esodo ecclesiale che conduce il popolo dal deserto della prova (I Domenica) al monte della trasfigurazione pasquale (II Domenica), provocando la professione di fede battesimale verso Cristo che disseta, illumina e
dona vita, come ha fatto con la Samaritana al pozzo (III Domenica), con il cieco nato a Siloe (IV Domenica), con Lazzaro al sepolcro (V Domenica).
Domeniche | Profezia | Apostolo | Vangelo |
I – Gusto | La creazione dei progenitori e il loro peccato Gen 2,7-9; 3,1-7 + Sal 50 | Dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia Rm 5,12-19 | Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato Mt 4,1-11 |
II – Vista | Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio Gen 12,1-4a + Sal 32 | Dio ci chiama e ci illumina 2Tm 1,8b-10 | Il suo volto brillò come il sole Mt 17,1-9 |
III – Udito | Dacci acqua da bere Es 17,3-7 + Sal 94 | L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato Rm 5,1-2.5-8 | Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna Gv 4,5-42 |
IV – Tatto | Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele 1Sam 16,1b.4.6-7.10-13 + Sal 22 | Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà Ef 5,8-14 | Andò, si lavò e tornò che ci vedeva Gv 9,1-41 |
V – Olfatto | Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete Ez 37, 12-14 + Sal 129 | Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Cristo, abita in voi Rm 8,8-11 | Io sono la risurrezione e la vita Gv 11, 1-45 |
Perché dal deserto si giunga alla trasfigurazione pasquale, il lezionario guida la comunità tutta e ogni credente alla riscoperta della forza generatrice della Parola, del volto, dell’acqua viva, della luce vera, della vita divina donate con il battesimo. Nel percorso sono coinvolti i sensi ecclesiali e spirituali della comunità: dal gusto della Parola, alla visione del volto, all’ascolto della verità, al tatto delle mani, al profumo della vita.
Durante le ferie quaresimali, le letture del Vangelo e dell’Antico Testamento si corrispondono e si richiamano a vicenda; esse trattano i temi propri del cammino quaresimale. Dal lunedì della quarta settimana è proposta la lettura semicontinua di Giovanni 5-11, che conduce la comunità alla celebrazione della grande settimana.
COLLETTE AL TEMPO DI QUARESIMA
Le cinque collette previste dal Messale, a cui uniamo anche quella che introduce il Tempo di Quaresima nel Mercoledì delle Ceneri, costituiscono un intenso itinerario di fede. Si crea, come sarà facile notare, un evidente passaggio dal tema dell’impegno di conversione al suo vero cuore: l’accoglienza della salvezza nel Mistero Pasquale al quale ci si prepara.
Nell’appendice del Messale Romano in lingua italiana troviamo anche per le domeniche di Quaresima delle collette alternative, composte a partire dai testi biblici previsti dal Lezionario per la Domenica specifica. Si tratta di testi particolarmente densi che il presidente della celebrazione può proporre all’assemblea. Qualora si preferisca pregare la prima colletta, si ricorda che quella alternativa può essere utilmente adottata come orazione di conclusione per la Preghiera universale.
LA TEOLOGIA E SPIRITUALITÀ DELLA QUARESIMA
La Quaresima è al contempo memoria degli eventi salvifici prefigurati e compiuti e attualizzazione salvifica nell’oggi della Chiesa. La Quaresima, «mistero dei quaranta giorni» (cf. Inno per l’Ufficio delle Letture), è memoria dei quaranta giorni in cui Dio fece piovere sulla terra ai tempi di Noè (cf. Gen 7, 4); memoria dei quarant’anni di esodo nel deserto per l’antico Israele (cf. Dt 2,7; Gs 5,6); memoria del tempo della prova per il popolo nel deserto [cf. Sal 94 (95),10] durante il quale mangiò manna (cf. Es 16,35); memoria dei quaranta giorni dell’incontro di Mosè con Dio sul Sinai (cf. Es 24,18; 34,28; Dt 9,9.18; 10,10); memoria del cammino di Elia verso il monte Oreb (cf. 1Re 19,8); memoria della sfida di Golia contro Israele (cf. 1Sam 17,16); memoria della predicazione profetica di Giona a Ninive (cf. Gn 3,4); memoria del tempo di prova trascorso da Cristo nel deserto (cf. Mc 1,13) e delle tentazioni (cf. Mt 4,2; Lc 4,2); memoria del tempo della sua salita verso Gerusalemme (cf. Lc 9,51-56). La Quaresima per
la Chiesa è tempo di esodo e di prova nel deserto della storia, tempo del cammino verso Dio e dell’incontro con lui, tempo di ascolto e purificazione, tempo della vittoria sulle tentazioni e della sequela di Cristo.
La salita verso il monte della Pasqua – La liturgia della Chiesa, attraverso una mirabile sintesi biblica, contempla la Pasqua come il nuovo monte della grazia e dell’incontro verso il quale la Chiesa è speditamente diretta (cf. Prefazio V della Quaresima). La Chiesa è il nuovo popolo che il Signore conduce nel deserto perché vivendo il suo esodo sperimenti le meraviglie compiute in lei da Cristo Salvatore. Il cammino quaresimale è la salita verso il monte di Dio
– la Croce – dove il Signore rivelerà la sua gloria – Cristo crocifisso e risorto – realizzando il comandamento nuovo della carità. L’itinerario quaresimale è l’itinerario pasquale tracciato da Cristo e seguito dai suoi discepoli, rinati da Acqua e da Spirito.
La discesa verso il fonte battesimale – La comunità ecclesiale accoglie, prepara e accompagna coloro che ormai sono prossimi a ricevere i sacramenti dell’Iniziazione nella Veglia pasquale, durante la quale i catecumeni diventeranno cristiani. Il loro itinerario è una graduale immersione nel mistero che attraverso la pedagogia ecclesiale li condurrà alla nuova nascita secondo lo Spirito. Gli eletti – con gli scrutini, che purificano il cuore dalle loro fragilità e rafforzano le buone predisposizioni, e le consegne (Traditiones), che preparano all’illuminazione della fede – durante la Quaresima sono incamminati verso la discesa al fonte, nel quale ritualmente saranno immersi durante la Veglia pasquale. Anche coloro che già sono cristiani sono richiamati a fare memoria del dono ricevuto per rinnovare l’adesione ad esso. Questa memoria «rinnova insieme con i catecumeni l’intera comunità dei fedeli e li dispone alla celebrazione del Mistero Pasquale, in cui dai sacramenti dell’iniziazione vengono inseriti» (Ad Gentes, 14).
Sacramento della nostra conversione – Attraverso l’assiduo ascolto della Parola, la preghiera costante, la penitenza, il combattimento spirituale e le opere di carità fraterna la comunità si lascia rinnovare dallo Spirito perché l’atteggiamento di conversione permanente in tutti e in ciascuno attui il Mistero Pasquale di Cristo. La Quaresima è veramente un segno sacramentale: «Per annua quadragesimalis exercitia sacramenti» (Collecta, Dominica I in quadragesima). Gli «annuali esercizi del sacramento quaresimale» fanno crescere la Chiesa nella conoscenza del Mistero di Cristo e la rendono capace di una degna testimonianza cristiana. Preghiera, penitenza ed elemosina sono esercizi ecclesiali e personali perché si possa diventare agili e discendere al fonte per l’illuminazione e salire al monte della Pasqua per la gloria.
L’eucologia del Messale, il Lezionario e i Rituali del RICA e della Penitenza insieme alla ritualità costituiscono un patrimonio unico e inscindibile, che nella loro circolarità ermeneutica plasmano la comunità e la rendono partecipe della passione e della Pasqua di Cristo.
Fonte: il sussidio di Quaresima/Pasqua 2023 CEI