Ricerca del vero e miserie umane

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Il razionalismo non di rado tende a considerare la vissuta, sincera, ricerca del vero in varia misura superflua mentre solo in essa ogni aspetto della vita può venire visto in modo sempre più adeguato. L’intellettualismo dunque svuotando le persone le rende più facilmente soggette agli interessi dei potenti. La dittatura del pensiero unico con i suoi corifei era stata intuita da tempo.

Sarà il sempre più drammatico crollare della società a svelare il bisogno di un salto di qualità delle democrazie, ossia il favorire in ogni modo fin dalla scuola la formazione alla luce della identità liberamente cercata e nel solo allora autentico, non omologato, scambio con gli altri?

Dunque nel grigio dibattito pubblico attuale si riflette talora con una farsesca aura di oggettività, di tecnicismo, come se non trasparissero chiaramente gli interessi, le dipendenze, di certe sedicenti logiche.

In campo cristiano l’intellettualismo certo non stimola il vissuto, sempre nuovo, ritorno a Gesù che lui stesso ci ha indicato come autentico cammino della Chiesa nella storia. La logica staccata dalla vita può rendere la verità, persino i riferimenti essenziali donati da Cristo, un vario optional per il cristiano stesso. Vero che il cammino della fede nella storia tende a riconoscere le aggiunte terrene ai punti essenziali della virtualmente piena rivelazione di Gesù.

Ma certo esso aiuta a considerare con invece crescente attenzione i riferimenti che lui stesso ha manifestato ed il loro senso inteso, per grazia, sempre più profondamente. Si tratta dunque di un setacciare le scorie che rende più chiari i fondamenti. Le logiche falsamente oggettive e veramente interessate possono, come osservato, anche annullarli.

don Paolo Centofanti