Riccardo Bigi โ€“ Commento al Vangelo del giorno, 20 Settembre 2020

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La tentazione di dire che Dio รจ troppo buono

ยซI miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vieยป, scrive un profeta anonimo del VI secolo a. C. la cui opera รจ entrata nel libro del grande Isaia, chiamato per questo deuteroisaia: Una frase che ritroviamo nella prima lettura di questa XXV domenica del tempo ordinario e che definirei la chiave di lettura per comprendere il brano del Vangelo odierno.

Gesรน, come al solito, stupisce i suoi uditori, quelli di 2000 anni fa come noi oggi e racconta questa parabola degli operai dellโ€™ultima ora che vengono pagati come quelli della prima, che in noi istintivamente provoca sempre un moto di ribellione, facendoci prendere le parti di quelli che hanno lavorato tutto il giorno sotto il sole e ricevono lo stesso stipendio di chi invece ha lavorato unโ€™ora soltanto.

In realtร  noi ragioniamo sempre con un concetto di giustizia retributiva, dare per avere, tanto รจ vero che lโ€™applichiamo spesso anche al nostro rapporto con Dio: ยซIo prego, faccio un fioretto, in cambio tuโ€ฆยป; un modo di pensare che รจ molto diverso da quello di Dio, che ragiona sempre con lโ€™unica legge che conosce, quella dellโ€™amore.

Se perรฒ approfondiamo bene, ci rendiamo conto che in questo caso anche Dio, il padrone della vigna, si adegua e applica la giustizia retributiva, infatti dร  il giusto, quanto aveva pattuito, cioรจ un denaro. Dร  il salario di un giorno a chi ha lavorato unโ€™ora, non il salario di unโ€™ora a chi ha lavorato un giorno, quindi non commette nessuna ingiustizia. In veritร  gli operai della prima ora (cioรจ noi) insorgono non perchรฉ il padrone รจ stato ingiusto, ma perchรฉ รจ stato troppo buono; sono gelosi, cosรฌ come il fratello maggiore nella parabola del figliol prodigo.

Quando un bel giorno noi, assidui alla chiesa e praticanti da sempre, andremo in paradiso a godere della gioia dei santi, penso che dovremo fare un poโ€™ di purgatorio, indignandoci perchรฉ vedremo, lรฌ accanto a noi, persone che mai avremmo pensato dโ€™incontrare in Cielo: delinquenti, peccatori, mangiapreti, bestemmiatoriโ€ฆ E il Signore, con pazienza, verrร  a spiegarci: ยซ Tu sei stato sempre con me, ti ho donato la mia gioia fin dallโ€™inizio; ora che hai raggiunto la gioia eterna, che tโ€™importa se io voglio essere buono anche con questi che si sono convertiti allโ€™ultimo minuto: sei geloso perchรฉ sono troppo buono?ยป.

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In veritร  siamo noi i veri fortunati e privilegiati, noi operai della prima ora; gli altri non hanno avuto la stessa nostra fortuna di essere chiamati fin dallโ€™inizio: sono stati sfortunati, magari, a non aver avuto una famiglia che gli ha trasmesso la fede, i valori cristiani, una comunitร  cristiana che li ha accolti fin da piccoli, come รจ capitato a noi. Senza contare che, se non si sono avvicinati prima, se hanno potuto lavorare unโ€™ora soltanto nella vigna che รจ la chiesa, forse รจ anche colpa nostra, che non li abbiamo saputi coinvolgere, invogliare con il nostro esempio ed entusiasmo a lavorare per il Signore.

ยซGli ultimi saranno i primi e i primi ultimiยป, conclude Gesรน. Noi siamo i primi, non cโ€™รจ dubbio, nella corsa verso il Regno dei cieli, ma proprio per questo, piรน di ogni altro, corriamo il rischio di ritrovarci fra gli ultimi se non entriamo nella mentalitร  di Dio, se non ci abituiamo anche noi a giudicare con la legge dellโ€™amore.


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