Lettrice: Giuseppina Turra
Location: Erbusco (BS)
Commento di: p. Franco Mosconi, monaco camaldolese
Tutta la celebrazione nella Liturgia del giorno CEI
Fonte del video: Centro Audiovisivi – La Buona Notizia
Vangelo Gv 9,1- 41
Dal Vangelo secondo Giovanni
«Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo
interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché
egli nascesse cieco?”.
Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché
si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di
colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando
nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del
mondo”.
Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il
fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Và a lavarti nella piscina di
Sìloe”(che significa Inviato). Quegli andò, si lavò e tornò che ci
vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era
un mendicante, dicevano: “Non è egli quello che stava seduto a chiedere
l’elemosina?”. Alcuni dicevano: “E` lui”; altri dicevano: “No, ma gli
assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!”.
Allora gli chiesero: “Come dunque ti furono aperti gli occhi?”. Egli
rispose: “Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha
spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato
e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista”.
Gli dissero: “Dov’è questo tale?”. Rispose: “Non lo so”. Intanto
condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato
il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli
occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse
acquistato la vista. Ed egli disse loro: “Mi ha posto del fango sopra
gli occhi, mi sono lavato e ci vedo”»
interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché
egli nascesse cieco?”.
Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché
si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di
colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando
nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del
mondo”.
Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il
fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Và a lavarti nella piscina di
Sìloe”(che significa Inviato). Quegli andò, si lavò e tornò che ci
vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era
un mendicante, dicevano: “Non è egli quello che stava seduto a chiedere
l’elemosina?”. Alcuni dicevano: “E` lui”; altri dicevano: “No, ma gli
assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!”.
Allora gli chiesero: “Come dunque ti furono aperti gli occhi?”. Egli
rispose: “Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha
spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato
e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista”.
Gli dissero: “Dov’è questo tale?”. Rispose: “Non lo so”. Intanto
condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato
il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli
occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse
acquistato la vista. Ed egli disse loro: “Mi ha posto del fango sopra
gli occhi, mi sono lavato e ci vedo”»