http://youtu.be/ZiCScD_4t-U
A cura di Annamaria Braccini per Telenova Milano che ringrazio per la gentile concessione.
Arcidiocesi di Milano
I domenica dโAvvento
La venuta del Signore
Is 13,4-11; Sal 67 (68); Ef 5,1-11; Lc 21,5-28
Duomo di Milano, 18 novembre 2012
Omelia di S.E.R.Card.Angelo Scola, Arcivescovo di Milano
ยซDio che vieneยป
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Sorgi, o Dio, e vieni a salvare il tuo popolo
1. Il dono del Salvatore
ยซInnalzate nei cieli lo sguardo:/ la salvezza di Dio รจ vicina./ Risvegliate nel cuore lโattesa/ per accogliere il Re della gloria./ Vieni Gesรน, Vieni Gesรนโฆยป. In queste parole del canto iniziale il nostro cuore e la nostra mente trovano il giusto atteggiamento per prendere parte alla presente azione eucaristica, sorretti dalla convinzione che quella eucaristica รจ la piรน nobile ed elevata azione cui lโuomo possa prendere parte.
Convenuti dalle nostre case qui nella Chiesa cattedrale, o collegati attraverso i mezzi di comunicazione, siamo consapevoli che il tempo prezioso dellโAvvento, cui la liturgia ambrosiana oggi dร inizio, รจ tempo propizio per la veritร della nostra persona. In che senso?
ยซ(Di)sposando lโumana natura nellโinviolato grembo di una vergine sei venuto a salvarciยป (Conditor alme siderum, Inno dei Vespri di Avvento). Il cambiamento, necessario alla veritร , bontร e bellezza della nostra esistenza, scaturisce dal dono della tenerezza infinita del Padre, il dono del Salvatore. Se il โDio che vieneโ รจ la grande notizia, allora non si puรฒ non alzare lo sguardo verso di Lui. โQualcunoโ, non qualcosa, anzi Uno รจ il cuore dellโattesa, carica di indomita ma pacata tensione verso il compimento.
Vogliamo vivere insieme queste sei domeniche di Avvento, vigilando ogni istante immersi nel sacrificio redentore che celebreremo in tutte le nostre chiese e in questa chiesa cattedrale. Il Vescovoed il popolo, riuniti, supplicano con fervore: ยซVieni Gesรนยป.
2. Dove andremo a finire?
Il Vangelo che abbiamo ascoltato annuncia la glorificazione del Figlio dellโuomo: ยซAllora vedranno il Figlio dellโuomo venireโฆ con grande potenza e gloriaยป (Lc 21,27). Il Vangelo propone cosรฌ immagini che si collegano ad un tema dalle antichissime radici bibliche. Il tema del giorno del Signore. Inizia dalla considerazione della distruzione del Tempio (cf. Vangelo, Lc 21,6), per allargarsi a quella della cittร di Gerusalemme e alle popolazioni della terra (cf. Vangelo, Lc 21,20-24), finendo per coinvolgere il cosmo intero (cf. Vangelo, Lc 21, 25-28) ยซSi solleverร nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenzeยป (Vangelo, Lc 21,10-11).
Il quadro del discorso sulla fine dei tempi (escatologia) propostoci oggi dal Santo Vangelo, in un brano assai difficile, รจ rovinoso, apocalittico. Sul suo sfondo sta la visione di Isaia che annuncia la fine di Babilonia. Dal profeta ยซil giorno del Signoreยป รจ descritto come ยซuna devastazioneยป (Lettura, Is 13,6), a cui partecipa la stessa creazione: ยซLe stelle del cielo e le loro costellazioni non daranno piรน la loro luce; il sole si oscurerร al suo sorgere e la luna non diffonderร la sua luceยป (Lettura, Is 13,10).
In questi passaggi dellโodierna Liturgia della Parola non facciamo fatica a riconoscere alcuni โsegni sconvolgentiโ presenti anche nei nostri tempi. Non mancano le guerre, le tragedie cosmiche, ingiustizia e miseria continuano a segnare pesantemente il cammino della famiglia umana. Soprattutto ci rendiamo chiaramente conto che questa situazione di prova persistente incomincia dalla, o meglio, dentro la nostra persona. ยซOgnuno osserva sgomento il suo vicinoยป (Is 13,8) scrive Isaia e sembra che parli di noi, delle nostre paure, delle nostre inquietudini, delle nostre gravi insicurezze ingigantite dal travaglio inedito del nuovo millennio.
โDove andremo a finire?โ รจ lโovvio ritornello che sempre piรน frequentemente ci ripetiamo. E non รจ tanto un lamento, quanto lโespressione dello sconcerto di fronte alle gravi difficoltร e ai non pochi motivi di sofferenza. Affiora inoltre, di tanto in tanto, il fatto, troppo spesso rimosso, che la fine del nostro tempo personale implicherร il giudizio misericordioso, ma giusto, di Dio su ognuno di noi.
Eppure il Santo Vangelo oggi conclude con un rincuorante invito alla speranza: ยซRisollevatevi e alzate il capo perchรฉ la vostra liberazione รจ vicinaยป (Lc 21,28). Per questo siamo qui, per rivolgerci al Padre, con le parole del Salmo responsoriale: ยซSorgi, o Dio, e vieni a salvare il tuo popoloยป (Salmo 67).
La fine dei tempi non si identifica cosรฌ con la terribile descrizione del giorno del Signore fatta da Isaia, nรฉ con il travaglio doloroso descritto dalle immagini apocalittiche dal Vangelo. Non รจ questa lโattesa compiuta del cristiano. Non sarร questa la fine del mondo.
3. La fine del mondo
Il termine โ la fine e il fine โ del tempo e della storia รจ la manifestazione gloriosa del Figlio dellโuomo, cioรจ di Gesรน Cristo. Con lo sguardo fisso sul Crocifisso Risorto, il Veniente, Colui che รจ il fondamento si possono attraversare tutti i segni dei tempi, anche i piรน catastrofici.
Non aspettiamo terrorizzati la fine del cosmo e della storia. Questa avverrร secondo tempi e modi su cui i saperi giustamente continuano ad indagare, ci auguriamo senza ignorare la libertร di Dio, quella dellโuomo e il gioco perverso del Maligno. Noi aspettiamo pazientemente la manifestazione gloriosa di Colui che รจ giร venuto: Cristo, ieri, oggi e sempre.
Cosรฌ infatti ci farร pregare il Prefazio: ยซCon la sua prima venuta nellโumiltร della carne portรฒ a compimento lโantica speranzaโฆ; quando verrร nello splendore della gloria potremo ottenere, in pienezza di luce, i beni promessi che ora osiamo sperare vigilando nellโattesaยป.
La fede in Gesรน Cristo capo dellโumana famiglia, centro del cosmo e della storia รจ il contenuto dellโumanissima attesa cristiana.
4. Nella storia sperando contro ogni speranza
La posizione del cristiano di fronte alla realtร e alla storia, anche a quella piรน negativa e contraddittoria, alla sua inevitabile fine, รจ quindi diversa rispetto a quella di quanti non sperano nel ritorno glorioso del Figlio dellโuomo. Se si รจ senza speranza si subisce lโinganno dei falsi profeti, chi spera autenticamente non lo subisce (ยซbadate di non lasciarvi ingannareยป Lc 21,8); se si รจ senza speranza ci si spaventa, chi spera nel ritorno del Figlio dellโuomo รจ fiducioso (ยซnon vi terrorizzateยป Lc 21,9); se si รจ senza speranza si puรฒ, talora, diventare persecutori: in quel caso chi spera coglie lโoccasione per dare testimonianza in forza dello Spirito e per rinnovare la sua certezza nel Signore Gesรน (ยซnemmeno un capello del vostro capo andrร perdutoยป Lc 21,18); se si รจ senza speranza si รจ deboli (ยซtutte le mani sono fiacche, ogni cuore viene meno. Sono costernatiยป, Lettura, Is 13,7-8), chi spera invece sa che ยซla liberazione รจ vicinaยป (Lc 21,28). La nostra fede eucaristica, nella passione, morte e risurrezione di Gesรน ne รจ, fin da ora, la convincente conferma.
5. Con la vostra perseveranza salverete la nostra vita
ยซCon la vostra perseveranza salverete la vostra vitaยป (Vangelo, Lc 21,19): abbiamo ascoltato nel Vangelo. Salvare la vita non รจ salvare la pelle, ma compiere la propria umanitร . E a questo nessuno di noi puรฒ rinunciare: tutti lo desideriamo e tutti possiamo imparare ad invocarlo.
Ecco perchรฉ ho potuto scrivere a tutti i fedeli nella Lettera Pastorale che ยซla fede in Cristo fa storia: il trascorrere del tempo, lโevoluzione dei rapporti entro la famiglia, entro la comunitร di appartenenza, il mutare delle situazioni, lโassunzione delle diverse responsabilitร , il variare delle condizioni di lavoro, di salute โฆ tutta la vita pone domande alla fede e tutta la vita riceve risposte, nuova luce dallโunica rivelazione di Gesรน. La perseveranza nella fede scrive una storia salvataยป (Lettera pastorale Alla scoperta del Dio vicino, p.5). La mia, la tua storia personale, cioรจ la mia, la tua piena biografia รจ nello stesso tempo la storia comunitaria della Chiesa, che contribuisce alla storia dellโumanitร .
6. Camminate nella caritร
ยซFratelli, fatevi imitatori di Dioโฆ e camminate nella caritร , [cioรจ] nel modo con cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noiยป (Epistola, Ef 5,1-2). Lโamore per Sua grazia ci รจ reso possibile.
La parola decisiva nella vita dellโuomo โ di ciascuno di noi e dellโumana famiglia โ รจ la caritร , lโamore oggettivo ed effettivo. Perchรฉ? Perchรฉ Cristo รจ venuto e ha dato Se stesso per noi. Gesรน รจ il nome proprio dellโamore.
Per questa ragione il Santo Padre ci ricorda nel n. 6 del Motu proprio Porta fidei che ยซlโAnno della fede, in questa prospettiva, รจ un invito ad unโautentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza lโAmore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati (โฆ) Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta lโesistenza umana sulla radicale novitร della risurrezione. Nella misura della sua libera disponibilitร , i pensieri e gli affetti, la mentalitร e il comportamento dellโuomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita. La โfede che si rende operosa per mezzo della caritร โ (Gal 5,6) diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dellโuomoยป.
Si diventa imitatori del Signore, immedesimandoci con Chi ci ha dato la vita e ci segna la strada: รจ una legge fondamentale, imprescindibile per la maturazione di ogni uomo.
7. Le virtรน dellโAvvento
Fede, speranza e caritร : le virtรน teologali del cristiano vengono esercitate lungo lโAvvento nella forma dellโattesa e della vigilanza. Non perdiamo il prezioso richiamo che la Chiesa ci fa in questo tempo di grazia. Consentitemi tre raccomandazioni in proposito. Anzitutto invito ad un momento di preghiera breve e semplice in famiglia al mattino, alla sera, ai pasti. In secondo luogo propongo un regolare gesto per educarci ad amare. Chissร perchรฉ siamo restii a comprendere che bisogna imparare ad amare. Dedichiamo una piccola parte del nostro tempo ogni settimana a chi รจ nel bisogno! Infine sarebbe bene, in questo tempo in cui lโattesa diventa una ginnastica del desiderio, partecipare ad una santa Messa feriale almeno una volta la settimana.
ยซCon lโattesa, Dio allarga il nostro desiderio, col desiderio allarga lโanimo e dilatandolo lo rende piรน capaceยป(Agostino, Commento alla Prima lettera di Giovanni, 4,6). La Vergine santa, madre dellโattesa, ci renda piรน capaci di accorgerci che Dio ci ama. Amen.