Presentazione del Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità

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Presentazione del Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità sul tema: La gioia del Vangelo: una gioia missionaria, che si svolgerà a Roma dal 20 al 22 novembre.

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Alle ore 12.00 di oggi, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la conferenza stampa di presentazione del Terzo Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, promosso e organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici.
Il Congresso, che ha per tema “La gioia del Vangelo: una gioia missionaria…” (Cf. Evangelii gaudium, 21), si svolge dal 20 al 22 novembre presso il Pontificio Collegio Maria Mater Ecclesiae (Roma).
Intervengono alla conferenza stampa: l’Em.mo Card. Stanisław Ryłko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; S.E. Mons. Josef Clemens, Segretario del medesimo Dicastero; la Dott.ssa Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari; il Prof. Jean-Luc Moens, Belgio, Responsabile per le relazioni internazionali della Communauté de l’Emmanuel.
Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

Intervento del Card. Stanisław Ryłko

1. La fioritura dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, uno dei frutti più preziosi del Concilio Vaticano II, continua a destare forte interesse e non di rado un vivo stupore nel contesto della cultura post-moderna segnata da un secolarismo dilagante. Molti si chiedono come mai, in un mondo che in maniera così radicale rifiuta Dio, si trovano ancora tanti uomini e donne, adulti e giovani, che scoprono la gioia e la bellezza di essere cristiani e con tanto entusiasmo scelgono Cristo e il suo Vangelo come bussola sicura della loro esistenza… È veramente grande la varietà e la ricchezza dei nuovi carismi che lo Spirito Santo elargisce alla Chiesa dei nostri tempi, dai quali nascono tanti movimenti ecclesiali e nuove comunità, che propongono itinerari pedagogici di iniziazione cristiana di stupefacente efficacia, capaci di cambiare la vita delle persone e di svegliare in esse uno straordinario slancio evangelizzatore… Sorprende la loro fantasia missionaria, la capacità di trovare modi e vie sempre nuovi di testimonianza e di annuncio del Vangelo…

Il Magistero pontificio ha visto in questo fenomeno una particolare “corrente di grazia”, un dono e una risposta tempestiva dello Spirito Santo alle gravi sfide che il mondo attuale lancia alla missione della Chiesa. Per san Giovanni Paolo II i movimenti erano “motivo di speranza per la Chiesa e per gli uomini…”. Sulla stessa scia, Papa Benedetto XVI ha visto in essi delle “irruzioni sempre nuove dello Spirito Santo nella vita della Chiesa”, dei “modi forti di vivere la fede”, e perfino una “provocazione salutare” di cui la Chiesa ha sempre bisogno, nonché delle “minoranza creative”, vale a dire decisive per il futuro dell’umanità.

E ora Papa Francesco si colloca in perfetta continuità con i suoi predecessori, per quanto riguarda il ruolo di queste nuove realtà nella vita della Chiesa. Il Santo Padre aveva conosciuto i movimenti ecclesiali quando era ancora Arcivescovo di Buenos Aires, stringendo con non pochi di essi un forte legame di amicizia, che dura tutt’oggi. Pochi mesi prima di partecipare al Conclave, era stato nominato dalla Conferenza Episcopale Argentina assistente spirituale del Rinnovamento Carismatico nel suo Paese. Eletto Pontefice, ha continuato lo stesso cammino pastorale di grande apertura nei confronti di queste realtà. Al grande popolo dei movimenti ecclesiali e delle aggregazioni laicali riuniti in piazza San Pietro per la celebrazione dell’Anno della Fede ha detto con viva commozione: «Nella varietà dei carismi, abbiamo sperimentato la bellezza dell’unità, di essere una cosa sola. E questo è opera dello Spirito Santo, che crea sempre nuovamente l’unità nella Chiesa. /…/ Siete un dono e una ricchezza della Chiesa! Questo siete voi!».1 In questi mesi di pontificato, Papa Francesco ha ricevuto vari movimenti ecclesiali e nuove comunità e in ogni occasione non ha fatto mancare la sua paterna sollecitudine nei loro confronti, offrendo preziosi consigli pratici allo scopo di promuovere e favorire la crescita del loro spirito missionario.

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2. Ecco, il vasto contesto ecclesiale nel quale si inserisce il terzo Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, che vogliamo presentare brevemente. Non dimentichiamo che questi Congressi hanno ormai una loro storia e segnano – come pietre miliari – le tappe di crescita dei movimenti e delle nuove comunità verso la “maturità ecclesiale”, tanto auspicata da san Giovanni Paolo II. Vale la pena ricordare che il primo Congresso si è tenuto a Roma nel 1998 e ha visto la partecipazione di rappresentanti di una cinquantina di movimenti e di nuove comunità, e ha avuto come tema: “I movimenti ecclesiali: comunione e missione alle soglie del terzo millennio“.2 Il secondo Congresso si è svolto a Rocca di Papa nel 2006 sul tema: “La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo“.3 In quell’evento il numero dei movimenti presenti è raddoppiato: erano un centinaio… Entrambi i Congressi hanno avuto il loro culmine in un grande raduno in piazza San Pietro, presieduto il primo da san Giovanni Paolo II e il secondo da Benedetto XVI.

Ora vivremo il terzo Congresso mondiale dei movimenti e delle nuove comunità. Anch’esso si svolgerà a Roma, presso il Pontificio Collegio Maria Mater Ecclesiae dal 20 al 22 novembre a.c. Si tratta di un importante evento ecclesiale, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici – cioè da quel Dicastero al quale il Santo Padre ha affidato il compito di seguire le nuove realtà ecclesiali. Nell’iter di preparazione di questo Congresso abbiamo cercato di coinvolgere gli stessi movimenti, convocandoli per consultazioni periodiche. Da subito, essi hanno manifestato grande interesse per questo nuovo evento e tanti hanno espresso il desiderio di essere presenti. La disponibilità logistica però ci ha imposto dei limiti… E così anche questa volta il Congresso vedrà la partecipazione di circa trecento persone – fondatori, moderatori generali e delegati – in rappresentanza di un centinaio di movimenti e nuove comunità, tutti di consolidata dimensione internazionale. Da tener presente che il numero reale dei movimenti, compresi quelli di carattere diocesano e nazionale, è molto più grande! A essi si unirà un folto numero di Pastori, Vescovi e sacerdoti, la cui presenza è per noi particolarmente significativa…

La novità di questo Congresso sta nel fatto che il grande incontro con il Papa si è già svolto nella Pentecoste del 2013, in occasione della celebrazione dell’Anno della Fede, a cui sono stati chiamati i movimenti ecclesiali e altre aggregazioni laicali. Subito abbiamo visto in quel raduno una parte integrante del Congresso che si terrà a breve e abbiamo fatto tesoro delle parole che il Santo Padre Francesco ci ha regalato in quell’occasione.

Il tema del terzo Congresso: “La gioia del Vangelo: una gioia missionaria…” esprime chiaramente come a guidare i nostri lavori sia l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. I movimenti ecclesiali e le nuove comunità si sentono particolarmente interpellati dall’invito del Santo Padre a essere veri protagonisti di una nuova tappa della missione evangelizzatrice della Chiesa, segnata dalla gioia. Ecco la grande sfida che Papa Francesco ci presenta: «Recuperiamo e accresciamo il fervore, “la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime /…/ Possa il mondo del nostro tempo /…/ ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradii fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo”».4 Papa Bergoglio vuole ridestare nella Chiesa «la dinamica dell’esodo e del dono, dell’uscire da sé, del camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre»5 e auspica «una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno».6 Vuole una Chiesa “in uscita” verso le periferie geografiche ed esistenziali del nostro mondo, una Chiesa particolarmente attenta e vicina a tutti i poveri, sofferenti ed esclusi – prodotto amaro della “cultura dello scarto” oggi dominante… Ed è proprio questa la grande e fondamentale sfida che il popolo dei movimenti vuole accogliere durante questo terzo Congresso mondiale…

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1 Francesco, Regina Cœli, in “L’Osservatore Romano“, 20-21 maggio 2013, p. 5.

2 Cfr. I movimenti nella Chiesa, a cura del Pontificium Consilium pro Laicis, Città del Vaticano 1999.

3 Cfr. La bellezza di essere cristiani, I movimenti nella Chiesa, a cura del Pontificium Consilium pro Laicis, Libreria Editrice Vaticana 2007.

4 Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, n. 10.

5 Ibidem, n. 21.

6 Ibidem, n. 25.

[01790-01.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento di S.E. Mons. Josef Clemens

Gentili Signori e Signore,

Il tema del terzo Congresso dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità si ispira ad un passo dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013) di Papa Francesco in cui leggiamo: “La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria […] Questa gioia è un segno che il Vangelo è stato annunciato e sta dando frutto. Ma ha sempre la dinamica dell’esodo e del dono, dall’uscire da sé, del camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre. Il Signore dice: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» (Mc 1,38). Quando la semente è stata seminata in un luogo, non si trattiene più là per spiegare meglio o per fare segni ulteriori, bensì lo Spirito lo conduce a partire verso altri villaggi” (cfr. EG 21).

Si potrebbe descrivere l’idea guida del nostro Congresso come risposta all’invito del Papa alla trasformazione missionaria della Chiesa. Papa Francesco avverte espressamente che “ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il camino che il Signore chiede” (EG 20). E di seguito afferma che le “comunità di base e piccole comunità, movimenti e altre forme di associazione, sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori” (EG 29). In questo compito un forte contributo è richiesto ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità e va sottolineato che tanti di loro sono già impegnati in uno sforzo di “uscita” missionaria che coincide spesso con il carisma di fondazione.

In questo quadro generale si collocano le tre giornate del nostro Congresso che intendono esplicitare il fondamento, le varie dimensioni e alcuni aspetti dell’impegno missionario. I relatori sono laici ed ecclesiastici, uomini e donne e provengono da varie parti del mondo e alle loro relazioni seguirà sempre un ampio spazio per domande e interventi da parte dei partecipanti. Il carattere dell’evento sarà quello dell’incontro, del dialogo e del mutuo ascolto.

Le tre relazioni della prima giornata delineano il contesto, il centro e le radici dell’evangelizzazione. Con la relazione “Conversione missionaria: uscire da sé per lasciarsi provocare dai segni dei tempi. Un mondo in trasformazione interpella movimenti ecclesiali e nuove comunità” il professore di letteratura e filosofia a Tolone Fabrice Hadjadj traccerà il quadro attuale del nostro Congresso. Il ben conosciuto predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ci porterà al nucleo dell’annuncio cristiano: “Il kerygma al centro. La permanente novità del kerygma, essenziale in ogni fase dell’evangelizzazione”. Nella terza relazione “Evangelizzare per attrazione: la gioia di essere popolo di Dio. La fecondità dei carismi si rivela nella comunione e nella missione” Sua Eminenza il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi, chiarirà le radici e il metodo dell’impegno missionario.

La seconda giornata inizia con una relazione sulla purificazione da ostacoli e impedimenti a riguardo. Il precedente Sotto-segretario del nostro dicastero – e attuale Segretario incaricato della Vicepresidenza della Pontificia Commissione per l’America Latina – il prof. Guzmán M. Carriquiry Lecour approfondirà questo aspetto: “Rinnovare se stessi per rinnovare la Chiesa. Liberarsi dagli intralci che rallentano la corsa missionaria e dissipare le eventuali ombre che offuscano i carismi …”

Seguono due panel. Il primo “Un popolo dai molti volti”, con quattro partecipanti (Dott.ssa Daniela Martucci, il vescovo di Fréjus-Toulon S.E. Mons. Dominique Marie Jean Rey, P. Gianfranco Ghirlanda, SJ, Dott.ssa Anna Pelli), presenta il dinamismo, la ricchezza, la condivisione e la collaborazione dei vari carismi donati dallo Spirito Santo alla Chiesa. Al secondo panel, che si occupa dei presupposti e fondamenti di una fruttuosa e gioiosa evangelizzazione: “Conversione permanente per ritrovare la gioia di evangelizzare”, intervengono quattro relatori (Mons. Tony Anatrella, P. Amedeo Cencini, FdCC, il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, S.E. Mons. Massimo Camisasca, F.S.C.B., la Dott.ssa Daniela Sironi) sull’esercizio dell’autorità, sulla giusta prossimità e libertà nei rapporti reciproci, sulla presenza dei sacerdoti, e sul contributo dei giovani e anziani nell’impegno missionario.

Il terzo giorno inizia con uno sguardo sul ruolo delle donne: “Stile mariano: il genio femminile nell’evangelizzazione” offerto dalla prof.ssa Mary Healy, docente di Sacra Scrittura a Detroit (USA) e Membro della Pontificia Commissione Biblica. Nel pomeriggio seguirà l’ultima relazione del Congresso tenuta dal presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace Sua Eminenza il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson sul tema: “Le ripercussioni sociali del Kerygma: percorsi di inclusione dei poveri. La gioia del Vangelo che trasforma la vita nelle estreme periferie dell’esistenza”.

Le parole del Santo Padre nella prevista Udienza di sabato mattina c.m. daranno un ulteriore indirizzo e incoraggiamento all’adempimento del mandato missionario da parte dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità.

Gentili Signori e Signore,

mi sembra che si tratti di una provvidenziale coincidenza che il mondo laicale celebri con questo Congresso il primo anniversario della Evangelii gaudium (24 novembre 2013). Grazie per la loro attenzione e vorrei aggiungere che si pubblicherà ogni giorno un comunicato stampa che rispecchierà i frutti di ogni giornata del nostro Congresso.

[01791-01.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento della Dott.ssa Maria Voce

Ringrazio anzitutto Sua Eminenza, il Card. Stanisław Ryłko, per avermi invitata a prendere parte a questa conferenza stampa.

Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente il Pontificio Consiglio per i Laici di aver promosso questo 3º Congresso mondiale e in ciò penso di interpretare il sentire anche dei tanti Movimenti Ecclesiali e nuove Comunità che arricchiscono la Chiesa e la società oggi.

Cosa si aspetta il Movimento dei Focolari – e forse anche gli altri Movimenti – da questo Congresso?

Prima di tutto, ritengo che esso è stato convocato in un momento propizio e per più motivi:

– Siamo nel pieno del 50° del Concilio Vaticano II. E la Chiesa tutta, quindi tutti noi, ci troviamo a confrontarci con le sue grandi intuizioni e il suo insegnamento. Il Vaticano II continua ad essere, e oggi più che mai, in modo particolare per noi laici, sprone e specchio della nostra funzione, vocazione e responsabilità nei confronti della Chiesa e del mondo contemporaneo.

– Un altro motivo di sprone è la persona di Paolo VI, venuta alla ribalta in occasione della sua beatificazione, con il suo lucido e spesso profetico magistero, come Papa del dialogo e come Papa dei laici.

– Altro grande motivo sono le domande che Papa Francesco continua a porre a tutta la Chiesa, come istituzione e come popolo di Dio. Per questo anche quanti facciamo parte del Movimento dei Focolari sentiamo il dovere di lasciarci interrogare dalle sue parole e dalle sue scelte. Non basta ammirare, ma stiamo lavorando perché possano interpellarci in profondità, in fatto di radicalità, di apertura e concretezza.

Il programma del prossimo 3º Congresso, per quello che sappiamo al momento, ripercorre le grandi sollecitazioni della Evangelii gaudium. Con esse Papa Francesco sprona e accompagna la Chiesa verso la massima dilatazione: ci fa penetrare in tutte le “periferie”, per le quali esistiamo, con il dovere di offrire – con il nostro essere e con il nostro operare – la luce che viene dalla certezza che “Dio ci ama immensamente”.

Vorrei accennare brevemente alla nostra Assemblea generale, avvenuta due mesi fa con la partecipazione di circa 500 rappresentanti di 137 nazioni, di tutte le diramazioni, generazioni e dialoghi che costituiscono il Movimento, e che si è conclusa in pratica il 26 settembre scorso con l’udienza privata con Papa Francesco.

In quell’occasione Papa Bergoglio, ripercorrendo il cammino della Chiesa chiamata a una nuova evangelizzazione a 50 anni dal Concilio Vaticano II, ha voluto consegnare al Movimento tre “verbi”. In essi riscontro una prospettiva che – mi sembra – può ispirare, sollecitare e interessare anche altre realtà associative della Chiesa.

Primo: contemplare. Contemplare Dio e vivere in compagnia degli uomini; perseverare nell’amore vicendevole, ha detto il Papa citando uno scritto della nostra fondatrice Chiara Lubich, la quale «ispirata da Dio in risposta ai segni dei tempi» – diceva – ha scritto: “Ecco la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo”.

Secondo: uscire. Cito: «uscire (…) per comunicare a tutti generosamente l’amore di Dio» con rispetto, gratuità e creatività. «Per fare questo occorre diventare esperti in quell’arte che si chiama ‘dialogo’ e che non s’impara a buon mercato. Non possiamo accontentarci di mezze misure», ma «con l’aiuto di Dio, puntare in alto e allargare lo sguardo». Uscire con coraggio dove ci sono i «gemiti dei nostri fratelli, le piaghe della società e gli interrogativi della cultura del nostro tempo».

Terzo: fare scuola. Papa Francesco ha ricordato l’espressione di Giovanni Paolo II nella Novo millennio ineunte, con cui invitava tutta la Chiesa a diventare “casa e scuola della comunione” (cfr n. 43). E ha aggiunto: «Voi avete preso sul serio questa consegna. Occorre formare, come esige il Vangelo, uomini e donne nuovi e a tal fine è necessaria una scuola di umanità sulla misura dell’umanità di Gesù. (…) Senza una adeguata opera di formazione delle nuove generazioni, è illusorio pensare di poter realizzare un progetto serio e duraturo a servizio di una nuova umanità». Bisogna formare “uomini-mondo”, ha detto citando un’espressione «che Chiara Lubich aveva a suo tempo coniato e che rimane di grande attualità… Uomini e donne con l’anima, il cuore, la mente di Gesù e per questo capaci di riconoscere e di interpretare i bisogni, le preoccupazioni e le speranze che albergano nel cuore di ogni uomo».

Questi tre verbi si fondono poi con le tre parole che erano emerse dall’Assemblea generale dei Focolari, cercando di cogliere l’essenziale dalle 3.650 istanze pervenute nei mesi preparatori dalle comunità dei Focolari di tutto il mondo ed offrire piste e orientamenti per il futuro. Tre parole che stanno ad indicare in estrema sintesi impegno e prospettive del Movimento nei prossimi anni: “in uscita, insieme, opportunamente preparati“.

Questo prossimo 3° Congresso dei Movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità si colloca in una storia comune e feconda, che ha visto Movimenti nascere, svilupparsi e dare il proprio contributo alla Chiesa e all’umanità, secondo lo specifico carisma di cui ognuno era portatore. Ma non solo. Molto spesso, in particolare a partire dal momento fondante della Pentecoste ’98, ha visto anche vari Movimenti e/o comunità insieme collaborare in alcuni progetti e in diverse occasioni.

In questo lavoro comune il Pontificio Consiglio per i Laici ci è stato sempre accanto, dandoci così la garanzia che quanto ogni Movimento portava serviva alla realizzazione di un progetto a beneficio di tutto il corpo ecclesiale, vigilando sempre con amore e discernimento per valorizzare il buono e far cadere quanto di accessorio poteva esserci. Quante volte il Movimento dei Focolari si è sentito sostenuto nel favorire con il suo carisma dell’unità incontri i più vari e a volte complessi, come ad esempio le giornate della gioventù o i Congressi dei Laici, come quello in Corea…

Ci auguriamo che il prossimo Convegno, dando seguito a questa storia, segni un passo di maturità, cioè, che riflessioni e confronto, comunione di successi e di sconfitte, di esperienze e di progetti, pongano le condizioni perché Dio, Signore della storia, possa trarre da esso non solo frutti di comunione e di arricchimento reciproco, ma il frutto di orientare maggiormente tutti, e tutti insieme, a guardare e a vivere sempre e con gioia rinnovata, per l’unico grande scopo della Chiesa di Cristo: “Padre che siano una sola cosa… che tutti siano uno” (Gv 17,21). Questo è il “sogno di Dio”. Speriamo di saper rispondere alle attese più profonde degli uomini e delle donne di oggi e contribuire a fare dell’umanità una sola grande famiglia.

Con questa disposizione ci prepariamo ad andare incontro a tutti i partecipanti al Congresso.

[01811-01.01] [Testo originale: Italiano]

Intervento del Prof. Jean-Luc Moens

Testo in lingua francese

Traduzione in lingua italiana

Testo in lingua francese

Pour la Communauté de l’Emmanuel, participer au troisième Congrès des mouvements ecclésiaux et des communautés nouvelles est une grâce à trois niveaux.

Premièrement, le thème de ce congrès rejoint la préoccupation constante de notre Communauté: comment répondre aujourd’hui à l’appel du Seigneur d’annoncer l’Évangile à nos contemporains ? Nous avons lu et relu l’exhortation apostolique de pape François Evangelii Gaudium et nous sommes interpelés par les invitations répétées du saint Père à évangéliser dans la joie, à ne pas évangéliser du balcon, à rejoindre les brebis pour sentir leur odeur, à construire des ponts plutôt que des murs, à sortir vers les périphéries, à ne pas faire de l’Église une douane mais plutôt un hôpital de campagne… Nous sommes aussi interpelés par l’appel qu’il lance à toutes les communautés d’avancer sur le chemin« d’une conversion pastorale et missionnaire » (EG 25).Ce sont des choses que nous essayons de vivre et en même temps, le fait de nous réunir pour travailler ces sujets avec des intervenants du monde entier nous paraît une grande opportunité.

Une seconde raison qui motive notre participation à ce congrès international est de pouvoir manifester notre soutien au saint Père. Au tout premier congrès organisé en 1998 par le Conseil Pontifical pour les Laïcs, le cardinal Joseph Ratzinger a fait une mémorable intervention intitulée « Les Mouvements d’Église et leur lieu théologique ». Cette intervention a pris un relief particulier quand il a lui-même été élu pape. En effet, il disait : « La Papauté n’a pas créé les Mouvements, mais a été leur soutien essentiel à l’intérieur de la structure de l’Église, leur pilier ecclésial. »Si nous venons à Rome, c’est pour rencontrer le successeur de Pierre qui est notre soutien. Nous venons pour lui dire à notre tour combien nous l’aimons et combien nous voulons le soutenir dans son ministère. Nous venons aussi pour l’écouter et pour le remercier pour son soutien et celui de l’Église universelle qui nous est donné depuis tant d’années, par exemple, à travers le Conseil Pontifical pour les Laïcs. Ce soutien est indispensable pour nous aider à continuer à servir humblement l’Église dans le charisme que nous avons reçu.

Un troisième point nous paraît important. Nous venons à ce congrès international pour faire une expérience de communion. On a résumé le Concile Vatican II par l’expression « ecclésiologie de communion ». Participer à ce congrès, ce sera d’abord faire une expérience de communion avec l’Église universelle et le pasteur qui la guide, comme je l’ai déjà dit dans le second point, mais ce sera aussi une expérience de communion entre les différents mouvements et communautés participants. Saint Jean-Paul II a parlé de tous ces mouvements comme d’un « printemps de l’Église suscité par la force rénovatrice de l’Esprit » (31 mai 1998). Il est donc très intéressant pour nous de découvrir comment l’Esprit Saint travaille chez les autres ! Le congrès va être une occasion unique pour faire cette découverte mutuelle, pour nous écouter, mieux se connaître, partager et échanger nos expériences, apprendre les uns des autres, créer des liens.

En conclusion, on pourrait résumer notre attente par rapport à ce congrès : nous espérons vivre une expérience de communion avec l’Église universelle pour être renouvelés dans l’Esprit Saint pour la mission.

[01812-03.01] [Texte original: Français]

Traduzione in lingua italiana

Per la Comunità dell’Emmanuele partecipare al terzo Congresso dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità è una grazia a tre livelli.

Innanzi tutto, il tema del congresso riprende il pensiero costante della nostra Comunità : come rispondere oggi alla chiamata del Signore ad annunciare il Vangelo ai nostri contemporanei? Abbiamo letto e riletto l’Esortazione apostolica di Papa Francesco Evangelii gaudium e siamo interpellati dai ripetuti inviti del Santo Padre a evangelizzare nella gioia, a non evangelizzare dal balcone, a unirci alle pecore per avere il loro odore, a costruire dei ponti invece che dei muri, a uscire verso le periferie, a non fare della Chiesa una dogana quanto piuttosto un ospedale da campo…. Siamo anche interpellati dall’appello che lancia a tutte le comunità di “avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria” (EG 25). Sono cose che cerchiamo di vivere, e allo stesso tempo il fatto di riunirci per lavorare su questi temi con relatori di tutto il mondo ci pare una grande opportunità.

Una seconda ragione che motiva la nostra partecipazione a questo congresso internazionale è poter manifestare il nostro sostegno al Santo Padre. Al primo congresso, organizzato nel 1998 dal Pontificio Consiglio per i Laici, il cardinal Joseph Ratzinger tenne un memorabile intervento intitolato “I movimenti ecclesiali e la loro collocazione teologica“. Questo intervento ha preso un rilievo del tutto particolare quando il cardinale è stato eletto papa. Egli diceva: “Il papato non ha creato i movimenti, ma è stato loro essenziale sostegno nella struttura della Chiesa, il loro pilastro ecclesiale”. Se veniamo a Roma è per incontrare il successore di Pietro, che è il nostro sostegno. Veniamo per dirgli a nostra volta quanto lo amiamo e quanto vogliamo sostenerlo nel suo ministero. Veniamo anche per ascoltarlo e per ringraziarlo per il sostegno suo e della Chiesa universale che ci viene dato da ormai tanti anni, per esempio attraverso il Pontificio Consiglio per i Laici. Questo sostegno è indispensabile per aiutarci a continuare a servire umilmente la Chiesa nel carisma che abbiamo ricevuto.

Un terzo punto ci pare importante. Veniamo a questo congresso internazionale per fare un’esperienza di comunione. Il Concilio Vaticano II è stato riassunto nell’espressione “ecclesiologia di comunione”. Partecipare a questo congresso sarà innanzi tutto fare un’esperienza di comunione con la Chiesa universale e il pastore che la guida, come già dicevo nel secondo punto, ma sarà anche un’esperienza di comunione tra i differenti movimenti e comunità partecipanti. San Giovanni Paolo II ha parlato di tutti questi movimenti come una “primavera della Chiesa suscitata dalla forza rinnovatrice dello Spirito” (31 maggio 1998). Per noi perciò è molto interessante scoprire come lo Spirito Santo lavora negli altri! Il congresso sarà un’occasione unica per fare questa reciproca scoperta, per ascoltarci, conoscerci meglio, condividere e scambiarci le rispettive esperienze, imparare gli uni dagli altri, creare dei legami.

Concludendo, potremmo così riassumere la nostra aspettativa riguardo a questo congresso: speriamo di vivere un’esperienza di comunione con la Chiesa universale per essere rinnovati nello Spirito Santo per la missione.