Che cos’è la preghiera?
Come è grande la potenza della preghiera!
La si direbbe una regina la quale abbia ad ogni istante libero adito presso il re e possa ottenere tutto ciò che chiede. Non è affatto necessario per essere esaudite leggere in un libro una bella formula composta per la circostanza; se così fosse, ahimè! Come sarei da compatire!
Al di fuori dell’ufficio divino, che sono indegnissima di recitare, non ho il coraggio di sforzarmi a cercare nei libri delle belle preghiere: ciò mi fa male alla testa, ce ne sono tante! E poi sono tutte belle, le une più delle altre.
Non ce la farei a dirle tutte, e, non sapendo quale scegliere, faccio come i bimbi che non sanno leggere, dico molto semplicemente al buon Dio quello che voglio dire, senza far delle belle frasi, e sempre mi capisce. Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il Cielo, un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella gioia, insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù. (MC 317)
PREGHIERA A GESÙ NEL TABERNACOLO
O Dio nascosto nella prigione del tabernacolo! con gioia vengo accanto a voi ogni sera per ringraziarvi dei favori che mi avete concessi e per implorare perdono delle mancanze commesse durante il giorno dileguatosi come un sogno.
Gesù, come sarei felice se fossi stata interamente fedele! Ma ahimè, spesso la sera sono triste perché sento che avrei potuto corrispondere meglio alle vostre grazie. Se fossi stata più unita a voi, più caritatevole con le consorelle, più umile e più mortificata, avrei meno pena a intrattenermi con voi nell’orazione. Tuttavia, o mio Dio, ben lungi dallo scoraggiarmi alla vista delle mie miserie, vengo a voi con fiducia, ricordando che <<non quelli che stanno bene hanno bisogno del medico, ma i malati>>. Vi supplico perciò di guarirmi, di perdonarmi, ed io, Signore, mi ricorderò che l’anima alla quale voi avete maggiormente rimesso, deve altresì amarvi più delle altre. Vi offro tutti i battiti del cuore come altrettanti atti di amore e di riparazione e li unisco ai vostri meriti infiniti. Vi scongiuro, Sposo mio divino, di essere voi stesso il riparatore della mia anima, di agire in me senza tener conto delle mie resistenze, in una parola, non voglio più avere altra volontà che la vostra, e domani, con il soccorso della vostra grazia, ricomincerò una vita nuova, ogni istante della quale sarà un atto d’amore e di rinuncia.
Dopo essere venuta così ogni sera ai piedi del vostro altare, arriverò infine all’ultima sera della mia vita; allora comincerà per me il giorno senza tramonto dell’eternità, in cui mi riposerò sul vostro Cuore divino dalle lotte dell’esilio! Così sia!
ATTO D’OFFERTA
Mio Dio, vi offro tutte le azioni che sto per fare in questo giorno, nelle intenzioni e per la gloria del Sacro Cuore di Gesù: voglio santificare i battiti del cuore, i pensieri e le opere più semplici, unendoli ai suoi meriti infiniti, e riparare le mie colpe gettandole nella fornace del suo amore misericordioso.
O Signore, vi domando per me e per coloro che mi sono cari la grazia di compiere perfettamente la vostra santa volontà, di accettare per amore vostro le gioie e le pene di questa vita passeggera, alfine di essere un giorno riuniti nel cielo per tutta l’eternità. Così sia!
PREGHIERA PER OTTENERE L’UMILTÀ
Gesù, quando eravate pellegrino sulla terra avete detto:
Imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete riposo alle anime vostre. O potente Sovrano dei cieli, si, l’anima mia trova riposo nel vedervi, rivestito della forma e della natura di schiavo, abbassarvi fino a lavare i piedi dei vostri apostoli. Mi rammento allora delle parole che avete proferito per insegnarmi a praticare l’umiltà: Vi ho dato l’esempio, affinché anche voi facciate come ho fatto io. Il discepolo non è da più del Maestro… Se voi comprendete ciò, sarete beati mettendolo in pratica. Le comprendo, o Signore, queste parole uscite dal vostro Cuore mansueto ed umile, le voglio mettere in pratica con il soccorso della vostra grazia.
Voglio umilmente abbassarmi e sottomettere la mia volontà a quella delle mie consorelle, non contraddicendole in nulla e senza cercare se hanno o non hanno diritto di comandarmi. Nessuno, o mio Diletto, aveva tale diritto su di voi, e tuttavia avete obbedito, non soltanto alla santa Vergine e a san Giuseppe, ma anche ai vostri carnefici. Ora è nell’Ostia che vi vedo portare al colmo i vostri annientamenti. Quale umiltà, divino Re di gloria, nel sottomettervi a tutti i vostri sacerdoti senza fare alcuna distinzione tra coloro che vi amano e coloro che, ahimè, sono tiepidi io freddi nel vostro servizio! Alla loro chiamata voi discendete dal cielo; essi possono anticipare o ritardare il tempo del santo sacrificio: voi siete sempre pronto!
O mio Amato, come mio apparite mite ed umile di cuore sotto il velo dell’ostia candida! Non potete abbassarvi maggiormente per insegnarmi l’umiltà: per corrispondere all’amor vostro, voglio anch’io desiderare che le mie consorelle mi mettano ognora all’ultimo posto e persuadermi sinceramente che è questo che mi è dovuto.
Vi supplico, Gesù, di mandarmi una umiliazione ogni qualvolta cercherò di elevarmi al disopra delle altre.
Lo so, o mio Dio, voi abbassate l’anima orgogliosa, ma donate una eternità di gloria a quella che si umilia. Io voglio perciò mettermi all’ultima fila, condividere le vostre umiliazioni per Aver parte con voi nel regno dei cieli.
Voi però, o Signore, conoscete la mia debolezza: ogni mattino prendo la risoluzione di praticare l’umiltà e alla sera riconosco che ho commesso ancora ripetuti falli di orgoglio.
A tale vista sono tentata di scoraggiamento; ma capisco, anche lo scoraggiamento è effetto di orgoglio. Voglio quindi, mio Dio, fondare la mia speranza su voi solo: giacché tutto potete, degnatevi far nascere nell’anima mia la virtù che desidero. Per ottenere questa grazia dall’infinita vostra misericordia, vi ripeterò spesso:
Gesù, mite ed umile di cuore, fate il mio cuore simile al vostro!