Preghiera per il mattino di Pasqua

2200

I

Io vorrei donare una cosa al Signore,

ma non so che cosa.

Andrรฒ in giro per le strade

zuffolando, cosรฌ,

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fino a che gli altri dicano: รจ pazzo!

E mi fermerรฒ soprattutto coi bambini

a giocare in periferia,

e poi lascerรฒ un fioreย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย 

ad ogni finestra dei poveri

e saluterรฒ chiunque incontrerรฒ per via

inchinandomi fino a terra.

E poi suonerรฒ con le mie mani

le campane sulla torre

a piรน riprese

finchรฉ non sarรฒ esausto.

E a chiunque venga

– anche al ricco – dirรฒ:

siedi pure alla mia mensa

(anche il ricco รจ un povero uomo).

E dirรฒ a tutti:

avete visto il Signore?

Ma lo dirรฒ in silenzio

e solo con un sorriso.

ย 

II

Io vorrei donare una cosa al Signore,

ma non so che cosa.

Tutto รจ suo dono

eccetto il nostro peccato.

Ecco, gli darรฒ un’icona

dove lui – bambino – guarda

agli occhi di sua madre:

cosรฌ dimenticherร  ogni cosa.

Gli raccoglierรฒ dal prato

una goccia di rugiada

– รจ giร  primavera

ancora primavera

una cosa insperata

non meritata

una cosa che non ha parole;

e poi gli dirรฒ d’indovinare

se sia una lacrima

o una perla di sole

o una goccia di rugiada.

E dirรฒ alla gente:

avete visto il Signore?

Ma lo dirรฒ in silenzio

e solo con un sorriso.

ย 

III

Io vorrei donare una cosa al Signore,

ma non so che cosa.

Non credo piรน neppure alle mie lacrime,

queste gioie sono tutte povere:

metterรฒ un garofano rosso sul balcone

canterรฒ una canzone

tutta per lui solo.

Andrรฒ nel bosco questa notte

e abbraccerรฒ gli alberi

e starรฒ in ascolto dell’usignolo,

quell’usignolo che canta sempre solo

da mezzanotte all’alba.

E poi andrรฒ a lavarmi nel fiume

e all’alba passerรฒ sulle porte

di tutti i miei fratelli

e dirรฒ a ogni casa: ยซpace!ยป

e poi cospargerรฒ la terra

d’acqua benedetta in direzione

dei quattro punti dell’universo,

poi non lascerรฒ mai morire

la lampada dell’altare

e ogni domenica mi vestirรฒ di bianco.

ย 

IV

Io vorrei donare una cosa al Signore,

ma non so che cosa.

E non piangerรฒ piรน

non piangerรฒ piรน inutilmente;

dirรฒ solo: avete visto il Signore?

Ma lo dirรฒ in silenzio

e solo con un sorriso

poi non dirรฒ piรน niente.

D. M. TUROLDO, O sensi miei…, Milano, Rizzoli, 1993