Soltanto dopo un lungo viaggio d’aria approdavano i suoni dalla terra — perdevano interesse nel tragitto, li sentivamo appena.
(Non erano per noi i volumi forti — eravamo i pacifici, i sommessi: la stessa sordità ci aveva uniti, lo stesso sonno vide conflagrare la luce delle nostre solitudini.)
Ed eravamo soli all’improvviso da sempre — sentivamo risalire dentro le vene i fiumi della terra. I tuoi occhi cantavano. Eravamo murati vivi, al buio, nella luce.
La notte sa se nel buio profondo noi pensavamo al mondo che dimentica (noi non più ardenti di incoscienza, noi non ancora perduti).
Eppure non ti abbiamo conosciuta: eri un rogo, eri un coro, eri l’istante in cui ciascuno dà l’addio a sé stesso. I tuoi occhi cantavano. Incidevi strane equazioni dentro il nostro cuore.