Mio amabilissimo Gesù, è per amor mio che Voi restate notte e giorno chiuso in questo tabernacolo; Ve ne supplico: seducete talmente il mio cuore che non pensi più che a Voi; che non ami, non cerchi, non speri più che Voi, accordatemi questa grazia!
O mio Salvatore diventato Sacramento, o divino Sposo delle nostre anime, come sono belle e amabili le invenzioni della vostra tenera carità per farVi amare dalle anime!
O Dio eterno, non Vi è bastato di farVi uomo come noi, neppure di morire per noi; Voi ci date ancora questo ineffabile Sacramento per nutrimento e per pegno del Paradiso.
Voi consentite ad apparire in mezzo a noi, qui come bambino in una stalla, là come un povero artigiano in una bottega, più tardi come un criminale su un patibolo, infine come un alimento su un altare… ditemi, che potevate inventare di più per farVi amare?
O Amabilità infinita, quando dunque comincerò davvero a corrispondere alle ammirabili invenzioni del vostro amore? Signore, non voglio più vivere che per amarVi! A che mi serve la vita se non l’impiego tutta intiera ad amar Voi e a piacer a Voi, mio dolce Redentore, che avete impiegato tutta la vostra vita per me?
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E che posso io amare, se non amo Voi, che siete la Bellezza infinita, la stessa Dolcezza, Voi che siete tutto Bontà, tutto Amore, tutto Amabilità?
Ah! Che la mia anima non viva più che per amarVi! che il mio cuore si consumi d’amore al solo ricordo dell’amor vostro! e che al solo nome del Presepio, della Croce, dell’Eucarestia, s’infiammi del desiderio di fare grandi cose per Voi, che avete operato tante meraviglie per me!