È vano perdere tempo nell’ipotizzare spiegazioni scientifiche per la camminata di Gesù sulle acque; se sia stata facilitata da un promontorio, da una lastra di ghiaccio o da un miraggio… Non è questo l’intento: camminare sulle acque non è un fenomeno di prestigio con un trucco da scoprire, smascherare o imitare, bensì un incrocio di riferimenti simbolici: solo Dio ha potere assoluto sui mari e li calpesta con i suoi cavalli, fa passare i redenti per mezzo di un cammino aperto in mezzo alle onde e apre le acque per far passare Israele attraverso il Mar Rosso.
Per quanto Egli cammini sulle onde del mare, ci dice il libro di Giobbe, il dramma è però che l’uomo fatica a vederlo anche se gli è di fronte. L’uomo stenta a riconoscere Dio sebbene sia vicinissimo, innanzitutto come vittima. Per difendersi dalle apparizioni dei mari in tempesta, al tempo di Gesù si usavano anche dei bastoni-amuleti che recavano scritto “Io Sono Colui che Sono […] amen, amen, selah”. Ma in questo caso è direttamente Gesù a presentarsi come “Io-Sono”.
Si tratta evidentemente di un’autorivelazione della presenza del Figlio – senza il quale la barca della Chiesa procede con immensa fatica – in tutta la sua gloriosa potenza affidatagli dal Padre. Tale apparizione dona un senso alla vita della Chiesa, la quale può essere traghettata fuori dal dramma del caos accidentale e confuso in cui era impossibile distinguere il bene dal male e quindi persino lo stesso Gesù Risorto veniva scambiato per un fantasma.
Qui l’evangelista sottolinea che Gesù va personalmente verso la barca, sulla quale aveva chiesto innanzitutto ai discepoli di salire. Così spiega che Dio si manifesta in Gesù, il quale si manifesta andando incontro agli uomini. Sulla barca della Chiesa, la quale si prostra di fronte a Gesù – che è più forte di ogni pericolo – quella tenerissima presenza eucaristica, sempre offerta a noi e prefigurata dal “sussurro di una brezza leggera”, placa i nostri timori, infonde coraggio, sprona a donarci completamente e incondizionatamente.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.