NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA
«Avete soffocato l’afflato rivoluzionario di Maria di Nazareth, esaltandone il divino e mettendo da parte la sua umanità. Maria è donna, donna sola con un figlio, vedova in un tempo in cui la vedovanza era un abominio. Era un’ebrea in una terra oppressa dai Romani, rifugiata in Egitto per sfuggire alla persecuzione.
Maria fu una profuga. Madre affannata, che spese la vita a seguire un Figlio che talvolta non capiva (Mc 3,21), un folle, suo figlio. Maria, donna libera, che segue per le vie della Palestina il figlio, viaggiatrice, teologa, scrutatrice. Maria donna dell’assemblea, che presiede la celebrazione della Pentecoste secondo i costumi del suo popolo.
Statue e immaginette l’hanno legata, rappresentata in posa statica tra nubi e lune, lei che spese tutta la sua vita a camminare, il cui cuore non conobbe tregua. Donna dai sandali consunti per le passeggiate montane, per far visita alla sua parente, per annunciare. Ed è per questo che con tutto il cuore la chiamo “Madre!”.
Come la mia mamma era una lavoratrice instancabile e donna del popolo».
San Óscar A. Romero de America
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.