Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 8 Gennaio 2025

Prima di pensare subito all’acquisto di ciò che non possediamo, Gesù ricorda che abbiamo già sufficienti risorse. Ci responsabilizza. Nella prima moltiplicazione raccontata dal primo vangelo, quello di Marco, si tratta di 5 pani e 2 pesci. Verranno distribuiti ai 5000 uomini, divisi in gruppi di 100 e di 50. E ne avanzeranno 12 ceste.

Si tratta di una teologia narrativa: a partire da un episodio storicamente avvenuto, l’evangelista aggiunge elementi simbolici che costituiscono il nuovo centro autentico del messaggio. Qui mi limito ad accennare ai numeri.

Il 200 è simbolo biblico dell’insufficienza; in sé 200 denari – per quanto siano moltissimi – paradossalmente non basterebbero. Il 5 dei pani è cifra della grazia divina, dei talenti ricevuti, così come il numero dei libri della Torah, ricevuta gratuitamente da Dio.

Il 2 dei pesci rappresenta l’alterità che interpella anche la scelta, la quale può portare a una divisione o a una testimonianza raddoppiata, concorde. Pensiamo alle 2 tavole del decalogo, che spetta alla decisione umana se e come osservare.

Abbiamo poi il 50, numero del Giubileo, che allude alla pienezza del tempo che si fa gioiosa liberazione (la grazia del 5 per la perfezione dell’ordine divino del 10, o la pienezza spirituale del 7 al quadrato + 1), e il perfettissimo 100. Moltiplicati danno 5000, che possiamo leggere anche come 1000 per 5: l’ordine perfetto al cubo riempito di grazia.

Infine le 12 ceste, quante le 12 tribù d’Israele o i 12 apostoli: è la perfezione delle istituzioni, data dalla moltiplicazione del 3 divino con il 4 terreno. L’autorità è tale se valorizza, nella gratitudine, le risorse che le sono state gratuitamente affidate.