Una pecora forse potrebbe anche perdersi da sola; di certo una moneta no. Ma qui non importa il motivo perché si sia persa, né di chi sia la colpa della perdizione, né se sia un uomo o una donna a trovarla. Luca evangelista, diversamente da Matteo, non si sofferma neppure sulla preoccupazione per la ricerca di quel che era perduto.
Ciò che conta è solamente la gioia immensa, aggregativa e contagiosa della comunione restaurata. Tale gioia non può limitarsi solamente a chi, tutto felice, dopo aver fatto il primo passo, ritrova quell’1% o quel 10% per raggiungere l’unità: è talmente grande che gli amici e i vicini, le amiche e le vicine, tutti quanti sono chiamati a prenderne parte!
Non è allora solo Dio, in cuor suo, a tirare un sospiro di sollievo perché il figlio lontano finalmente è ora vicino al Padre, né è solamente il figlio a esultare per la propria riammissione, ma è un sospiro che viene comunicato a tutti. In questo soffio persino gli angeli condividono con occhio benevolo i medesimi sentimenti di gioia. Il cielo, insomma, non è affatto vuoto, non è una noiosa realtà di solitudine come la perdizione, né tantomeno di ricompensa per un autogodimento privato, bensì di gioia comune e comunicativa che si sprigiona e viene rilanciata in una pienezza maggiore.
Chi è davvero già in relazione con la Gioia piena non può restare contrariato o indifferente alla nuova gioia che entra pienamente ad abitare nella pienezza della Gioia stessa. Perché non toglie proprio nulla alla Gioia che spetta ai giusti, ma anzi essi la accolgono più ricca e profonda in questa dilatazione universale, entusiasta: sempre più in-Dio, dove c’è spazio per tutti, tranne che per l’invidia.
Chi mormora, brontola e si irrita per la gioia degli incontri altrui dimostra solamente di essere purtroppo ancora fuori da tale realtà divina, alla quale tuttavia è invitato pure lui.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15, 1-10
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Parola del Signore