Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 6 Gennaio 2020

Restiamo ancora nella «grande luce» dell’Epifania. Due capitoli dopo, infatti, si sottolinea ancora come la fama di Gesù si diffuse fuori da Israele; vennero anche da oltre il Giordano a seguirlo. Per il vangelo nella prospettiva di Marco, quella di oggi è la prima manifestazione di Gesù come predicatore.

Inizia la sua attività nel momento in cui il Giovanni il Battezzatore viene imprigionato; un evento che gli fatto capire che era giunto il momento di continuare quanto iniziato dal suo maestro. Deve però compiere un passo coraggioso: staccarsi dalla propria famiglia, lasciare le proprie sicurezze e ritirarsi in un territorio più burrascoso, per portare la sua luce anche in quelle tenebre lontane. Da buon discepolo, Gesù è fedele alle medesime parole del Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Non le ripete a pappagallo, ma le vive; le mostra soprattutto facendosi tangibilmente vicino a tutti coloro che soffrono per la mancanza di Dio, di giustizia o di libertà. Gesù non è indifferente a chi gli si avvicina; viene incontro a tutti e si prende personalmente cura di ciascuno. Non c’è infermità fisica o spirituale impenetrabile da quella luce; non esistono malattie incurabili per Gesù, che continua a guarire ogni sorta di dolore, anche oggi.

Pensiamo alle ferite causate dagli abusi di potere, economici, di coscienza e sessuali, che la Chiesa non nasconde più ma anzi offre nella luce a quella luce, perché possa fare chiarezza, rendere giustizia e generare processi di riconciliazione.

Presentiamo dunque a Gesù quanto ci opprime; alla luce della conversione, cioè lo splendore del Risorto che a partire dalla Croce tutto rovescia, lo vivremo come opportunità per testimoniare il nostro riscatto, la presenza dei cieli su questa terra, le porte del paradiso ad altezza di bambino.

Commento a cura di:

Piotr ZygulskiPiotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.


Il regno dei cieli è vicino.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 4, 12-17.23-25 In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Parola del Signore

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