Nel dolore e nella gioia. Per la terza volta in pochi giorni leggiamo nuovamente la lode di Gesù al Padre che ha voluto rivelarsi ai piccoli. Questa volta il contesto della missione dei settantadue nuovi discepoli è esplicitato.
Se Matteo inserisce l’inno di lode dopo e nonostante l’inospitalità di alcune città che hanno rifiutato Gesù, Luca lo colloca nell’entusiasmo più esaltante. Anche Gesù contempla i prodigi che si compiono con l’azione dei suoi discepoli nel nome della misericordia: in particolare sono gli spiriti cattivi a soccombere di fronte all’amore gratuito e incondizionato che abbraccia ogni peccatore, lo libera e lo rimette in modo. Ma Gesù rilancia anche la gioia, e ancora più intensamente.
Quella vera non è tanto per le grandi cose plateali che facciamo, quanto per le piccole che riceviamo. C’è una gioia più profonda rispetto a quella dei nostri successi personali. Allora l’invito è a prendere esempio dalla lode di Gesù, che esprimendo l’intimità filiale con suo Papà ne rivela la grandezza. Per l’evangelista Luca i piccoli sono proprio quei discepoli che come Gesù hanno il coraggio di gioire e di lodare per l’essenziale, cioè per tutto, a partire dall’accorgersi di ciò che è trascurato: ecco il vero antidoto al montarsi la testa.
Servono però occhi belli pronti a vedere, oltre al fatto meccanico del vedere, anche la profondità di quel vedere stesso, cioè pure il contenuto, sino a ridonare tutto quanto nella testimonianza. Così pure a noi è offerto il privilegio non solo di vedere in prima persona, ma pure di testimoniare: di fare vedere ciò che vediamo. Doniamo allora i nostri piccoli occhietti nella gioia di chi è semplicemente grato.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
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Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 17-24
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Parola del Signore