Pecora perduta e dracma perduta sono due parabole parallele che mostrano la premura di Dio verso il singolo escluso, affinché possa non solo partecipare, ma persino accendere la gioia della pienezza. Gesù mostra così che la sua fraternità con i peccatori, preferiti ai giusti, è sulla stessa lunghezza d’onda dell’agire di Dio.
Ma è giustificabile anche a partire dalla quotidianità di un pastore che momentaneamente abbandona le altre pecore nel deserto per cercare accuratamente la pecora che tutti davano ormai per perduta. Così come quei pubblicani e peccatori perduti, dai quali scribi e farisei se ne stavano debitamente alla larga.
Ma la festa per il ritrovamento coinvolge tutti: il peccatore convertito, i giusti e persino gli angeli di Dio, come dice la conclusione della seconda parabola della donna che ha ritrovato la sua moneta perduta. Anziché brontolare per l’invidia dell’amore tutto speciale di Dio verso chi meno se lo meriterebbe e verso chi meno sembra corrispondere al suo amore, rallegriamoci grandemente!
Perché, anche se lì per lì ci sentiamo abbandonati nel deserto, la premura della ricerca e la gioia universale della sorpresa del ritrovamento coinvolgono anche noi!
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.